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I Viaggi Di Repubblica

Calici in alto - Montefalco, i sentori del Rosso ... Se di un terrori volete provare la forza, l’espressività, la “resa” in termini di sentori e consistenza dei vini dovete degustarlo nelle sue molteplici espressioni. Capita che di Montefalco e dintorni (da Bevagna a Gualdo Cattaneo, un fazzoletto di terra di bellezza concreta, ricchissimo per dotazioni d’arie e denso di proposta gastronomica visitabile attraverso le proposte della “Strada del Sagrantino”) ormai si conosca quasi esclusivamente il Sagrantino. Grande vino, bizzarro e antico autoctono che ha dimostrato di dare il meglio di sé solo in questo areale, che nacque come passito e oggi trionfa nella versione secca. Ma questa fama internazionale ha depresso tanto il bianco (e qui si produce uno dei migliori grechetti del mondo) quanto il Rosso di Montefalco, forse l’espressione più immediata del terroir. Nasce dall’uva principe del centro Italia, il sangiovese, che in quanto a bizzarrie è secondo forse solo al pinot nero, e da una percentuale di Sagrantino. Qualcuno azzarda anche altra bacca rossa ma non serve in un territorio capace di dare grandi concentrazioni e contemporaneamente profumi intensi. E’ quello di Montefalco, al di fuori della Toscana, il sangiovese di maggior resa gusto-olfattiva. Con l’aggiunta del sagrantino acquista nerbo e tono cromatico. Così potete sentire in queste bottiglie tutto lo spessore del terroir. E’ compagno di cucina anche perché in tempi di prezzi fuoricontrollo è ottimo e dall’equilibrato corrispettivo.

Le migliori aziende: Caprai, Colpetrone, Scacciadiavoli e Antonelli

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