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I Viaggi Di Repubblica

Calici in alto - Toscana: Chianti, quel castello lo Ama ... Si sente parlare con insistenza di una crisi pesante per il Chianti, inteso come vino e inteso come territorio. Tradito - si dice - dai turisti, il Chianti riflette sui prezzi impennati, su una perdita, d’identità. Difficile dire se questo appannamento sia dovuto al territorio o alle bottiglie: sta di fatto che al capezzale di questa splendida zona di vino, di uno terrori più belli e famosi del mondo sono accorsi in molti. Ma a veder bene non è tutto così buio: anzi le stelle del Chianti brillano più vivide che mai. E’ il caso di Castello di Ama, una enclave di altissima enologia dove la qualità delle bottiglie si sposa con l’armonia dell’ambiente e con la vocazione dell’arte di Lorenza Sebasti che conduce l’azienda con l’apporto, del marito, Marco Pallanti l’enologo. Castello di Ama è infatti promotore di arte contemporanea e di bel canto in una “mission”, non scritta ma indelebilmente scolpita nel cuore dell’azienda, di fare della qualità una scelta senza se e senza ma. E queste scelte evidentemente pagano visto che Castello di Ama è stata dichiarata “cantina dell’anno”. Una cantina che ha scelto di fare un grande merlot, ma che ha nel Chianti classico, e dunque nel sangiovese, il suo must. Ancora una scelta di amore per il territorio, una passione autentica per la toscanità più vera. Che si respira in ogni angolo di questo incanto chiantigiano. Soprattutto nel Vigneto Bellavista che è il cru di un’azienda che da una settantina di ettari produce gioielli in bottiglia.

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