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I Viaggi Di Repubblica

Calici in alto - Trentino, bollicine d’alta quota ... Sorpresa, il vino bianco torna a tirare. Lo dicono i dati dei vivaisti francesi che da un paio d’anni vendono più barbatelle di Sauvignon, Chardonnay, Viognier, oltre al (stupendo quando è grande) Pinot bianco. Lo avevamo previsto, potremmo scrivere con una nota di presunzione. Ma non è questo che conta. Quello che conta è che sta di nuovo cambiando il gusto dei consumatori e lo testimonia benissimo il balzo in avanti del consumo delle bollicine. Tra le zone spumantistiche d’Italia una delle più interessanti è senza dubbio il terrori della provincia di Trento. Quasi tutti a base Chardonnay i Trento Doc si segnalano per finezza per spuma serica e cremosa, per intensità di lievito ma anche di frutto con sentori che vanno dall’ananas alla banana. La zona di coltivazione più vocata è quella delle colline che fanno corona a Trento. Certo non è un caso che qui si concentrino i colossi dello spumante (Talento è il nome che li accomuna) e che qui si sia scritta la storia di questa tipologia. Tutti rigorosamente metodo classico i Trento doc stanno sui lieviti al minimo due anni. Fra tanti grandi produttori ci piace segnalare due piccole cantine: Maso Martis, che fa un rosé da uve pinot nero da urlo, e il Methius Cuvée di Chardonnay prevalente e pinot nero di grande intensità e finezza. Quella finezza che a queste “bollicine d’autore” conferiscono le marne e gli scisti del Trentino, le forti escursioni termiche che regalano ampi bouquet. Un’elegante carezza dei sensi. Le aziende selezionate: Ferrari, Cesarini Sforza, MezzaCorona, Cavit.

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