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I Viaggi Di Repubblica

Calici in alto - Trentino: il Merlot qui è indigeno ... Si è coniato questo neologismo (limitatamente ai vitigni s’intende) per lo Chardonnay che i trentini hanno adottato come base per i loro spumanti: è un indigeno, s’è detto. Evidentemente questa ragione si adatta a “naturalizzare” i vitigni cosiddetti internazionali. Perché anche il Merlot in Trentino, ma verrebbe da dire in tutto il Nord-Est che la cosa vale sia per parte del Veneto e sicuramente per tutto il Friuli-Venezia-Giulia, è ormai da considerarsi un indigeno. Tanto ampia è la sua coltivazione, tanto incoraggianti gli esiti in vinificazione. Tutti i vignaioli sanno che il Merlot è assai domestico: dà vini di frutto, intensi, piacevoli. Il problema è fare dei Merlot peculiari. Se ne trovano di eccelsi in Toscana (si pensi solo al Massetto di Ornellaia o all’Apparita di Castello di Ama che rivaleggiano con il Petrus, il più grande Merlot al mondo ) se ne trovano di caldi in Sicilia (basti citare il sorprendente Calat del Feudo di Butera della famiglia Zonin che ha stoffa e sole o l’elegante bottiglia dei Planeta), ma la massa dei nostri Merlot è fatta di vini ottimi e però un po’ standardizzati. In Trentino in forza anche della mutevolezza dei terroir si apprezzano Merlot che hanno opulenza al naso e in bocca diventano fini ed eleganti. Accade nella piano di Avio, accade sulle alture di Trento, accade ad Aldeno dove tra l’altro la Mostra dei Merlot d’Italia è diventata appuntamento irrinunciabile. A dimostrazione che l’indigeno Merlot ha un sempre più forte legame con il territorio trentino.

Le migliori cantine: Tenuta San Leonardo, Grigotti, Cesconi, Cantina La Vis

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