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I Viaggi Di Repubblica

Sua Maestà il Torcolato … Ha inventato un vino e lo vende in 50 paesi del mondo. Battendosi testa a testa coi francesi sul terreno di scontro dei vini da meditazione e dessert. Al Sauternes d’Oltralpe Fausto Maculan, terza generazione di viticoltori veneti, è riuscito a contrapporre il suo Torcolato, oro colato come l’hanno ribattezzato gli inglesi, tra i primi ad apprezzare le bottiglie di questa Doc, diventata uno dei simboli del made in Italy. Poco importa che i due vini si differenziano per procedura, il francese infatti è un muffato, frutto della muffa nobile, mentre l’italiano è un passito, diventa cioè dolce dopo un periodo di appassimento delle uve. Il risultato lo dicono i dati di mercato: il Sauternes italiano vende 130mila bottiglie all’anno, per il 54% provenienti dalla cantina dei Maculan, che con altri vini - a partire dal Fratta, Cabernet - fattura oggi 5 milioni di euro. All’inizio Maculan era l’unico produttore di Torcolato, l’inventore appunto di questo marchio di passito ricavato dall’uva vespaiola, vitigno autoctono di Breganze, la cittadina in provincia di Vicenza che ha dato vita a questo fenomeno enologico e dove ogni anno si tiene la tradizionale festa in piazza della prima torchiatura: quest’anno è il 22 gennaio. L’intuizione di Fausto Maculan è stata quella di fare un vino unico, che non si confonde con nessun altro, strettamente legato al territorio, ai profumi e ai sentori della terra di produzione. In poche parole, marketing territoriale, il brand legato a un’area geografica: oggi è considerato normale, ma allora agli inizi degli anni ’70, pochi avevano capito e copiato quello che è sempre stato il punto di forza dei francesi. La prima segnalazione risale al 1976, a firma Gino Veronelli. E da allora, un susseguirsi di segnalazioni. E dalla piccola Breganze il Torcolato è finito sulle tavole di Usa, Germania, Finlandia. E adesso anche Giappone e Cina.

La parola al viticoltore

Prodotto della terra, emblema del luogo ... “Un prodotto della terra, che già si faceva a inizio secolo, ma con vecchi sistemi. Alle damigiane del bisnonno ho contrapposto eleganti etichette, frutto di un mix di tradizioni e tecnologie, i nuovi procedimenti di cantina che alla vecchia melassa stucchevole sostituiscono un vino nettamente migliore per palati raffinati. Ci sono voluti anni per mettere a punto il vino giusto, si è lavorato molto e con moltissimo impegno, ma poi il successo è arrivato. Tutto merito del flop del Picolit, il vino friulano che aveva riacceso per primo i riflettori sul vino dolce, un tempo finito in ombra. Tutti volevano fare Picolit anche da noi, ma non tutti lo facevano buono. Anzi erano in molti a non farlo buono. E questo ha aperto la strada al Torcolato, che oggi è diventato con grande merito emblema della Breganza”. Fausto Maculan (arretrato del 15 dicembre 2005)

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