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I Viaggi Di Repubblica

I colori del vino. Il Rosso piceno al centro della rinascita enologica delle Marche ... Rosso bello, così Michelangelo chiamava il rosso più brillante, da lui inventato. Il rosso scuro, profondo, usato come base delle sue creazioni, era chiamato invece Morellone. Il Nero di Vite, poi, era il tralcio d vite bruciato con carbone che, impastato con olio, dava vita a un nero vellutato con riflessi rossastri. I colori di Michelangelo ci guidano alla conoscenza dei vini de Le Caniette guidata da Giovanni Vagnoni, quarta generazione di viticoltori, che hanno impresso la grande svolta all’azienda di famiglia, nata nel 1897. con le sue etichette racconta come vede il Rosso piceno, un vitigno al centro della rinascita enologica delle Marche, dopo la Toscana diventata terra di elezione di stranieri. Siamo a Ripatransone, piccolo borgo della provincia di Ascoli Piceno che ha dato i natali a Ascanio Condivi, allievo e primo biografo del Buonarroti. Non ci sono solo rossi. Le Caniette ha dato un grande contributo alla riscoperta del Pecorino, vitigno autoctono, al quale ha saputo dare una particolare valorizzazione. E’ la prima cantina a produrre la versione Vin Santo di un altro bianco del territorio, la Passerina. Le etichette ispirate alle Sibille del Confini da Patrigone, costituiscono una collezione. Il 2001 è dedicato alla Sibilla Persica, l’ottava della serie. A giugno verranno inaugurati il locale di appassimento e la nuova sala di degustazione, tutta interrata, con una grande vetrata con vista sulla vallata, un anfiteatro naturale, dove i vigneti degradano da 450 metri a 200 metri d’altezza, seguendo il pendìò che si protende verso l’Adriatico. A quattro ore di navigazione c’è la Dalmazia, che si scorge nelle giornate più belle. Esposta al sole, con la brezza marina che garantisce una grande escursione termica e tiene lontane le malattie della vite. Le Caniette è un’azienda biologica certificata.

La parola al viticoltore - La tradizione e la storia del luogo”
Per avere la doc sulla Affida Passerina Vin Santo, non ho fatto altro che ripercorrere la storia, la tradizione di qui, ciascuna casa con la propria botticella e le uve appese ad appassire in cantina. Ognuno si faceva il proprio Vin Santo per sé e i famigliari, magari comprando uve, oppure con la piccola vigna di proprietà. Abbiamo ritrovato e aperto bottiglie del 1945, indimenticabili. Ho sedici ettari e mezzo di vigna, per meno di mille quintali di uva. I miei avi hanno iniziato a fare vino oltre un secolo fa, in questa contrada che significa “giovane canneto”. Un nome che evoca acqua. Acqua qui non ne manca. Ma viene drenata grazie alla composizione del terreno. Non produco più di un chilo d’uva per ogni pianta, non più di sessanta quintali per ettaro in media, ma nelle vigne più pregiate la resa scende. Vendo negli Usa e in tutt’Europa.

La Caniette - Ripatransone (Ap)
Tel. 0735/9200 - www.lecaniette.it


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