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I Viaggi Di Repubblica

Vinitaly - Il boom dei vini d’alta quota e delle bollicine ... Dopo Los Angeles, New York, Tokyo, Shanghai, New Delhi, il Vinitaly ritorna a Verona, il suo quartier generale. Dal 6 al 10 aprile oltre 4200 espositori parteciperanno al Salone Internazionale dei Vini e dei Distillati, l’appuntamento per conoscere, degustare e apprezzare etichette provenienti da tutto il mondo. Non solo vino, ma anche olio, con Sol, la rassegna parallela che da diversi anni fa parte integrante della manifestazione insieme a Enolitech, la vetrina dei macchinari hi-tech utilizzati nel settore.
Tra le novità, l’Amarone Baby, creato nel 2004, dopo che una grandinata ha spazzato via molti raccolti nel 2004: un vino meno impegnativo dell’Amarone tradizionale che senza perdere le caratteristiche di questo emblema del Veneto si presta ai nuovi trend del gusto, che vogliono vini di più facile digeribilità e dall’approccio più disinvolto. Al top delle regioni vitivinicole italiane per numero e qualità delle etichette il veneto sta lavorando molto sulla sua immagine.
La Valpolicella, per esempio, è ormai un vero e proprio distretto industriale la cui economia ruota attorno al vino, il cui impatto è stato per la prima volta misurato quest’anno dal Consorzio di Tutela. Appositi indici hanno valutato la rendita differenziale del Valpolicella Classico e dell’Amarone che risulta quantificabile da una volta e mezza fino tre volte rispetto al valore di un vino da tavola senza identità di territorio. Valori che si moltiplicano in maniera consistente, fino a dodici volte, quando si parla di vini in bottiglia.
Tra i nuovi vini emergenti più richiesti nei ristoranti - rileva uno studio di Vinitaly su dati AcNielsen e Mediobanca, che sarà presentato nel corso della manifestazione - vengono da Sicilia, Campania, Alto Adige e Abruzzo. C’è il boom dei vini d’alta quota dell’Alto Adige (il Sylvaner, il Sauvignon, il Gewürstraminer) sapidi e con un buon rapporto qualità-prezzo. Molto apprezzati sono il trebbiano e il Montepulciano d’Abruzzo, specie quelli proposti da produttori che vinificano con sistemi tradizionali. Da segnalare l’exploit dei vini siciliani, sia bianchi che rossi, e dei vini campani.
Altra tendenza quanto lo champagne e viene bevuto a tutto pasto, soprattutto dai giovani. Si moltiplicano gli stand dei produttori marchigiani che hanno rilanciato alla grande il Verdicchio, oggi, secondo i critici, uno tra i più grandi bianchi italiani. Ma anche i Rossi, Piceno e Conero, e gli autoctoni Passerina e Pecorina, sono diventati l’emblema della boom internazionale del Marcheshire.
La casa d’aste Sotheby’s dedicherà uno spazio a “I Giovani Leoni” del domani: parleranno dei loro vini e li presenteranno in degustazione Marco Caprai ed Angelo Gaja per l’Italia; Jeremy Seysses di Domaine Dujac, Jean-Baptiste Lecaillen di Champagne Louis Roederer e Thomas Durpoux di Pingus per la Spagna; David Poweil di Torbrek per l’Australia e Wulli Brundimayr di Welngur Brundlmayer per l’Austria.


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