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I Viaggi Di Repubblica

Capolavori del Salento ... I vini prodotti nella grande tenuta di Castello Monaci... Un viale di due chilometri, tra ulivi, vigneti e eucalipti: è la porta di ingresso alla grande tenuta di Castello Monaci - 150 ettari con ristoranti e albergo - che negli ultimi anni sta imponendo con autorevolezza i suoi vini. L’Artas 2004, Primitivo e Negroamaro, ha ottenuto quest’anno per la prima voltai 3 bicchieri del Gambero Rosso/Slow Food; conferma i 4 grappoli dell’Ais; mentre l’Aiace, salice salentino riserva, ha ottenuto le tre bottiglie della “Guida ai Vini d’Italia” de l’Espresso. E’ solo l’inizio. «L’anno 2007 punteremo tutto su Castello Monaci», afferma Emilio Pedron, amministratore delegato di Giv, Gruppo italiano vini, primo produttore di vini italiano, che nel 2000 ha rilevato la maggioranza dell’azienda di proprietà della famiglia Memmo. Coniugare le virtù della piccola struttura con i vantaggi delle grandi società è la strategia del gruppo, che con una sapiente politica di acquisizioni ha costruito un portafoglio di etichette di diversi territori. Dal nord al sud.
«Non compriamo vigneti, ma aziende, per avvalerci dell’esperienza e della collaborazione degli antichi proprietari», spiega Pedron. Radicati sul territorio, ma proiettati sui mercati internazionali. La filosofia del gruppo vale anche per Castello Monaci. Dal Negroamaro al Primitivo al Verdeca, l’idea è quella di valorizzare le tipologie locali ma senza sacrificare quelle internazionali, come lo Chardonnay o il Merlot, usati in blend con gli autoctoni. In una verticale di sei annate, dal 2001 al 2006, vendemmia recente, si è ripercorso il cammino compiuto dall’azienda con l’arrivo del giovane enologo trentino Christian Scrinzi: inizialmente chiuso, selvatico, dalla rigida austerità originaria si è arrivata a vini più morbidi, più eleganti, più ruffiani. Un percorso non concluso. L’obiettivo è realizzare presto un “superapulian”, un fuoriclasse capace di richiamare l’attenzione sul Salice Salentino.

Castello Monaci - Contrada Monaci
Salice Salentino, Lecce, tel. 0831 665700
Visite: su prenotazione

La parola all'enologo - “Bottiglie del Sud eleganti e longeve”...
«L’annata 2004 segna la virata verso vini più fruttati, che mantengono i profumi, più morbidi e bevibili. Vini del sud ma senza quel senso di cotto, di surmaturo, che caratterizza spesso i rossi meridionali. Un percorso di ricerca, con cura sia della vigna che delle pratiche di cantina, dove usiamo botti grandi e barrique ma con grande oculatezza: non vogliamo che il legno si senta, sia invadente. Deve restare uno sfondo, dare completezza. Il nostro percorso conferma la longevità e eleganza dei vini del sud: si pensa ai rossi del sud come barocchi, invece no, con il Primitivo abbiamo provato che può essere un vino importante come un Brunello e un Barolo. Vogliamo valorizzare il territorio anche con i bianchi. Abbiamo abbandonato lo Chardonnay in purezza per sposarlo al Verdeca, autoctono».
Christian Scrinzi

Artas, Primitivo del Salento, 2004, euro 15.
Aiace, Salice salentino riserva, 2003, euro 10.
(arretrato de I Viaggi di Repubblica dell'11 gennaio 2007) 

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