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I Viaggi Di Repubblica

La cantina impresa … Piena di barrique e con un giro d’affari di 75 milioni di euro... Vigneti, cipressi, ulivi e colline. Sembra di essere in Toscana, invece siamo in Veneto, nella zona del Soave e della Valpolicella. Una terra che si immagina fredda. Nel clima e nell’attività. Siamo nel Nord-Est c’è chi ha messo la capacità di industriarsi, di fare business, al servizio della terra, dell’agricoltura. Sono i 1500 soci della Cantina del Soave che mettendo insieme le loro forze sono riusciti a creare una realtà produttiva capace di competere sui mercati esteri. Cooperativa di piccoli produttori che hanno unito vigne e idee, riuscendo a realizzare un giro d’affari di oltre 75 milioni di euro, oltre il 60% realizzato all’estero. Visione globale, qualità contadina. Un binomio che ha fatto diventare la Cantina di Soave, guidata da Luigi Pasetto, presidente, e Bruno Trentini, direttore generale , un caso di studio da business school. Lo racconta “La Cantina si fa impresa” di Silvia Cantele, che non a caso insegna all’Università di Verona “Pianificazione e controllo nelle Pmi”. I numeri spuntano tra bellissimi paesaggi. Borgo Rocca Sveva, con un’antica cantina piena di barrique, le piccole botti, che non ha nulla da individuare agli chateaux francesi. Illasi l’ultima arrivata, tra ciliegi, albicocche e cereali cresce il Valpolicella, che si festeggia in piazza tra pearà (salsa di midollo, pepe e brodo), le Tajaderle coi fegatini (tagliolini con fegato di pollo), le pappardelle alla lepre, il risotto coi funghi e con la tastasi (con carne di maiale). Con la fusione della cantina di Valtramigna, il salto nell’alta tecnologia, con un impianto ultramoderno. Tutti uniti, ma senza perdere l’identità. Ogni angolo, ogni appezzamento, ha la sua specificità che viene valorizzata, esaltata, attraverso le differenti linee di prodotto che, come nella moda, consentono di avere un portafoglio diversificato di etichette. Dalla fascia base, alle bottiglie più celebrate.

La parola all’enologo … “Abbiamo espresso un’identità”
Un solo vigneto di 4500 ettari, realizzato mettendo insieme 1500 produttori. Questa è la nostra azienda, radicata in un ambiente improntato storicamente più all’agricoltura che al turismo, e questo ci dà un vantaggio: alcune aree sono ancora vergini, incontaminate. Il lago di Garda, poco distante, ha portato qua i tedeschi, ora stanno arrivando gli inglesi, i primi a spingersi alla scoperta di nuovi territori. Le denominazioni Soave e Valpolicella, assieme al Chianti, sono tra le più importanti in Italia. Siamo riusciti a esprimere un’unitarietà, un’identità. Più che dai vitigni autoctoni, Garganega e Corvina, chi si spinge quassù è attratto, come nel Chianti, dalla Doc, la denominazione di origine controllata, il marchio del territorio.
Bruno Trentini

Recioto di Soave Rocca Sveva, Docg 2004, euro 26
Soave superiore Castelcerino, Classico Docg, euro 15-20

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