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I Viaggi Di Repubblica

Torcolato, gioiello di pazienza ... Nella cantina veneta della famiglia Miotti: poche, eccellenti bottiglie... Ci si inerpica su, fino in cima alla collina che sta alle spalle del vecchio borgo di Breganze. Abbarbicata su un cocuzzolo di terra, come la sua filosofia produttiva nella tradizione: ecco la cantina Miotti, piccola ma solida realtà vitivinicola del Veneto. Tutta gestita in famiglia, dal padre Firmino che ha avviato l’attività, affiancato dalla moglie Giuseppina Bonatto, ai quali si è poi aggiunta la giovane figlia Franca, che dopo una laurea in scienze politiche ha pensato bene di consolidare il business di famiglia, seguendo la scuola speciale di enologia. Il Torcolato, il sauterne italiano, è il prodotto di punta di questo angolo del vicentino. Un vino passito ottenuto con uve di Vespaiola e aggiunta di Tocai e Pedevenda: nomi che, a parte il Tocai, pochi conoscono lontano da qui. Per non parlare del Groppello. Il Guajo, poi, estinto. Vitigni aciduli molto tannici, non avevano più incontrato il favore del mercato. Ma i Miotti hanno avuto la forza di continuare a produrli, e ora che i gusti dei consumatori stanno cambiando rotta, premiano la tenacia di questa cantina. Poche bottiglie. 25 mila in tutto ma un portafoglio diversificato e, soprattutto, con un’impronta caratteristica, sia nei bianchi che nei rossi. Rossi di lunga durata che non sanno di legno, ma conservano i sentori tipici dell’uva. Torcolato affinato solo in acciaio, che per questo deve rispettare tempi e stagioni. Il Valletta Selezione, rosso top, è uscito prima il 2002, perché annata più grassa e strutturata. Ora esce il 2001, che ha dovuto aspettare di più per essere pronto da bere. Entri in cantina, e l’impatto è con le tinte vivaci che hanno nobilitato le vecchie vasche di cemento: pensavano di buttarle via, come facevano tutti. Invece, le hanno recuperate. “E’ stata la nostra salvezza”, commenta Franca Miotti. Il cemento è più stabile a livello termico ed elettrico. E con i lavaggi a vapore, più sterile di un tempo.

La parola al viticoltore ... “Un vino elegante affinato in acciaio”... “Il nostro Torcolato viene affinato solo in acciaio, non fa legno, deve passare minimo due estati nelle vasche: non volendo introdurre nessuna tecnologia, il passaggio delle variazioni termiche ci permette di far sì che i lieviti non fermentino più una volta imbottigliato. Una stabilizzazione naturale e una evoluzione che consente di avere sentori concentrati, la freschezza conferita dall’uva vespaiola va a contrastare la dolcezza dell’appassimento e rende il vino elegante e non stucchevole. Anche per i rossi seguiamo la stessa filosofia: raccolti in cassette da 5 chili e appassiti per 15 giorni, otteniamo profumi più evoluti, ribes, mora, e nello stesso tempo concentrazioni maggiori. Come si usa in Francia. L’uso del legno per i rossi è limitato al minimo, per non inserire sensazioni nuove soprattutto per i vitigni autoctoni”.
Franca Miotti
Autore: Paola Jadeluca

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