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I VITIGNI AUTOCTONI DEL FUTURO ? MONTEPULCIANO D'ABRUZZO, NERO D'AVOLA,PIEDIROSSO, SAGRANTINO, PIGNOLO, CROATINA PER I ROSSI E FIANO, FALANGHINA, GRECHETTO DI TODI, GRECO DI TUFO

L’agronomo Eugenio Sartori, direttore generale dei Vivai di Rauscedo, non ha dubbi: i vitigni autoctoni del futuro sono, per i rossi, Montepulciano d'Abruzzo, Piedirosso, Sagrantino, Croatina, Pignolo, Nero d'Avola e, per i bianchi, Fiano, Grechetto di Todi, Greco di Tufo, Falanghina. Sartori, ha comunque, ammesso che le varietà più richieste sono quelle internazionali (Merlot e Cabernet Sauvignon), "anche se gli autoctoni (ma quelli buoni) stanno vivendo un ottimo momento": l’azienda friulana (ha il 52% del mercato italiano; produce 45 milioni di piante - di cui 32 milioni per l’Italia - e 13 milioni all’estero, soprattutto Spagna, Grecia, Francia, Germania, Argentina; fattura 114 miliardi), è all’avanguardia nel mondo per le barbatelle innestate (nel 2000, i vitigni più richiesti sono stati quelli a bacca rossa, con il 74%).

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