L’anno più caldo di sempre è stato accompagnato in Italia da una media di oltre 9 eventi estremi al giorno: grandinate, trombe d’aria, bombe d’acqua, ondate di calore, gelate improvvise e tempeste di vento. Emerge dall’analisi Coldiretti, sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd), in riferimento ai dati del Copernicus Climate Change Service dell’Unione europea, secondo il quale il 2023 si è classificato come l’anno più caldo mai registrato nel mondo, con una temperatura di 0,6 °C superiore alla media del periodo 1991-2020, il secondo più caldo nella storia d’Europa con 1,02 °C sopra la media continentale.
Non fa eccezione l’Italia che, secondo Isac Cnr, ha vissuto un anno che si colloca tra i più caldi, con temperature di 1,05 gradi al di sopra della media storica nei primi undici mesi dell’anno, in attesa dei dati annuali dopo un dicembre bollente. “L’agricoltura italiana è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli - afferma il presidente Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che - i cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole, che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio”.
Difatti, il 2023 è stata una annata nera per il Belpaese con danni che, tra coltivazioni e infrastrutture, superano i 6 miliardi a causa dei cambiamenti climatici. Tagliata del 20% la produzione di vino, mentre il calo per la frutta arriva al 30% per le pesche e al 63% per le pere, ma ad essere praticamente dimezzato è anche il raccolto di miele con le api che sono vere e proprie sentinelle dello stato di salute dell’ambiente. È ormai evidente una tendenza alla tropicalizzazione, con aumenti delle temperature accompagnati da manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed repentini passaggi dal caldo al maltempo: “l’anno in corso è stato segnato in Italia prima da una grave siccità che ha compromesso le coltivazioni in campo e poi per alcuni mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti che si sono alternati al caldo torrido al quale ha fatto seguito un autunno mite ma con violenti nubifragi che hanno devastato città e campagne per poi finire con un inizio inverno bollente che ha mandato in tilt le colture” commenta Coldiretti.
Altrettanto chiaro il trend preoccupante del surriscaldamento climatico che, in Italia, ha portato la classifica degli anni più roventi negli ultimi due secoli a concentrarsi nell’ultimo decennio, comprendendo ad oggi il 2022 il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020 (in ordine di classifica) secondo l’analisi Coldiretti.
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