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Il 53% degli eno-appassionati italiani tiene sempre conto delle valutazioni delle guide quando acquista il vino: ecco i risultati del sondaggio di www.winenews.it e Vinitaly, che indaga il potere delle “bibbie” enologiche nel condizionare il mercato

Il 53% degli enoappassionati italiani, ovvero uno su due, tiene sempre conto delle valutazioni delle guide quando acquista il vino: questo il risultato del sondaggio che www.winenews.it, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere, in collaborazione con Vinitaly (www.vinitaly.com), ha rivolto ai suoi oltre 9.500 enonauti, ovvero amanti del vino che navigano su Internet. Nel periodo “caldo” in cui debuttano le nuove edizioni delle principali guide italiane il sondaggio punta a scoprire la reale influenza delle “bibbie” enologiche sugli acquisti di vino.
Le guide confermano, dunque, la loro importanza nel guidare le scelte dei consumatori, ma il loro potere non va comunque sopravvalutato: c’è da rilevare, infatti, un 21% di enoappassionati che non tiene mai conto delle valutazioni delle guide quando si reca in enoteca o al supermercato, ed un 26% che sostiene di essere influenzato dai giudizi degli esperti solo qualche volta.
Ogni anno in autunno si scatena la caccia febbrile ai vincitori dei “Tre Bicchieri” o dei “Cinque Grappoli”, ma è difficile quantificare la vera influenza delle guide sul mercato. Molti enonauti, soprattutto i più esperti, affermano che la guida migliore sia il proprio gusto personale, e anche se continuano ad acquistarle e consultarle in parecchi avanzano il sospetto che i giudizi delle guide siano influenzati da logiche commerciali o promozionali. Sono molti poi quelli che dichiarano di utilizzare le guide esclusivamente per avere informazioni sulle aziende, la loro storia e i vini prodotti. Ma c’è anche chi, polemicamente, afferma di non acquistare mai le etichette consigliate, perché “volano di prezzo appena uno straccio di guida le inserisce”. Anzi, ricercano piuttosto quelle che non appaiono su nessuna pubblicazione. Le guide sono accusate poi di “scodinzolare troppo dietro ai nomi altisonanti: l’Italia enoica è fatta di tantissimi bravi produttori misconosciuti”.
E per quanto riguarda l’influenza delle guide sugli acquisti degli addetti ai lavori, ovvero enoteche, wine bar e ristoranti? La regola generale, visto che le guide non concordano mai o quasi mai su quali siano i vini migliori, è che le enoteche pianificano i loro acquisti sulle poche etichette che mettono tutti d’accordo, per non sbagliare. La carta dei vini incide molto sui costi di wine bar, ristoranti ed enoteche, quindi si preferisce andare sul sicuro e comprare le etichette che tutte le guide esaltano all’unanimità, e per il resto seguire le logiche di mercato e di territorio.
Nella classifica dell’autorevolezza, in testa, c’è quella del Gambero Rosso/Slow Food, la guida del vino più importante d’Italia secondo gli enonauti di www.winenews.it. A seguire il Gambero Rosso/Slow Food (49% dei voti) è la guida dell’Associazione Italiana Sommelier (24%); quindi, le guide de L’Espresso (12%), di Veronelli (10%) e di Luca Maroni (5%).
Il sondaggio ha indagato anche quali sono le guide del vino che gli enonauti acquistano abitualmente: vince ancora il Gambero Rosso/Slow Food (34%), tallonato dall’Associazione Italiana Sommelier, che conquista il 30% dei voti. La guida de L’Espresso è al terzo posto (15%), poi Veronelli con il 12%, seguita da Luca Maroni (9%).
Ma spesso l’acquisto di una guida non coincide con la sua consultazione, che può avvenire in altri luoghi e contesti: il 31% degli enonauti legge e consulta regolarmente quella del Gambero Rosso/Slow Food e il 27% quella dell’Associazione Italiana Sommelier. Votazioni più o meno equivalenti ottengono le guide de L’Espresso (17%), Veronelli (14%) e Luca Maroni (11%).
Non mancano chiaramente i giudizi degli eno-appassionati sul lavoro dei critici internazionali: le riviste più citate sono, in ordine, Robert Parker, con la sua famosa newsletter “The Wine Advocate”, il Wine Spectator, magazine americano tra i più potenti del mondo del vino, il Wine Enthusiast e l’inglese Decanter. Si tratta di punti di riferimento importanti per alcuni appassionati, ma la grande maggioranza si affida comunque alle guide di casa nostra.
Ecco, infine, un breve flash dei pregi e difetti delle singole guide secondo gli enonauti: quella del Gambero Rosso/Slow Food, la più votata in tutte le categorie, resta per gli appassionati il riferimento in Italia e all’estero per serietà, competenza e organizzazione. Il significato\valore dei “Tre Bicchieri” è conosciuto in tutto il mondo, ma secondo alcuni enonauti la descrizione dei vini è poco esaustiva, e non si tiene conto della scarsa reperibilità di molte etichette recensite. La guida dell’Associazione Italiana Sommelier presenta una buona grafica e impaginazione, ad ogni azienda viene dedicato un ampio spazio informativo e nel complesso la guida è particolarmente chiara e agevole da consultare. Un difetto? E’ troppo concentrata sui nomi dei “soliti noti”, ovvero le griffe più conosciute e blasonate. La critica più frequente mossa alla Guida de L’Espresso è, invece, la difficoltà di consultazione, a causa della grafica e dell’estrema sintesi, ma i curatori sono considerati ottimi e affidabili professionisti. La Guida di Veronelli è giudicata onesta e trasparente, impegnata a cercare attraverso il Seminario di mantenere alto il livello degustativo, ma in molti sottolineano che non è troppo aggiornata. Della Guida di Luca Maroni viene messa in risalto l’impostazione originale, ma anche il linguaggio piuttosto incomprensibile.

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