Il mercato globale delle proteine alternative, che oggi vale 90,5 miliardi di dollari, è destinato a raggiungere 238,7 miliardi entro il 2034, con un tasso di crescita annuale del 9,8%. In Italia, nel 2024, le vendite di prodotti vegetali hanno toccato i 639 milioni di euro (+16,4% sul 2022), con alternative vegetali al formaggio che hanno raddoppiato il loro valore in due anni (+100%). Del resto il 51% degli europei e il 59% degli italiani sta riducendo il consumo di carne, principalmente per motivi di salute (47%) e sostenibilità (26%). É quanto emerge dagli Stati Generali delle Proteine Alternative (Sgpa), evento di settore che si è tenuto in questi giorni a Milano.
A guidare la domanda di proteine alternative sono principalmente Millennials e Gen Z, che in 2 casi su 3 già integrano attivamente alimenti plant-based nella loro dieta, come spiega una ricerca del Future Food Institute. Nel dettaglio - spiegano gli analisti - si tratta di consumatori urbani, che si identificano spesso come flexitariani (27% della popolazione europea, accanto a 62% onnivoro e a 8% tra vegetariani e vegani) che riducono la carne senza eliminarla e sono motivati da salute (47%), benessere animale (29%) e sostenibilità (26%). Secondo uno studio condotto dall’Eth di Zurigo, il gusto rimane il principale fattore di scelta, seguito dalla percezione di salute e sostenibilità, e la chiave per conquistare la fiducia è la familiarità. Le persone scelgono ciò che conoscono e, non a caso, le fonti proteiche più accettate come alternative alla carne sono quelle percepite come “naturali” e tradizionali: patate, riso e piselli. Per l'Italia, in particolare, spiccano le lenticchie. Al contrario, insetti, alghe e carne coltivata restano opzioni meno appetibili, considerate “innaturali” o troppo distanti dall'esperienza quotidiana.
Gli Stati Generali delle Proteine Alternative, edizione n. 1, ideati da Maurizio Bettiga (Chief Innovation Officer di Italbiotec) rappresentano un’iniziativa nata per favorire il confronto tra ricercatori, imprenditori, associazioni di categoria e rappresentanti istituzionali sul futuro del cibo.
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