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STORIE DI TERRITORIO

Il “Borgo dei Borghi 2022”? Soave, culla di uno dei vini bianchi più importanti d’Italia

Il Comune veneto ha vinto il Concorso del popolare programma tv “Kilimangiaro” (Rai3). Un successo della collaborazione tra pubblico e privato

È legato al vino, nel nome e nella sua ragion d’essere, il “Borgo dei Borghi 2022”: è Soave il borgo più bello d’Italia, il n. 1 nella competizione, ormai storica, lanciata dal popolare programma televisivo “Kilimangiaro” (Rai 3), condotto da Camilla Raznovich. Piccolo paese del Veneto, la cui icona sono le mura merlate del castello, Soave conta 7.000 abitanti, più o meno uno per i 7.000 ettari della Doc Soave (che insiste su 13 comuni situati nella parte est della provincia di Verona). “Siamo orgogliosi di questo risultato: Soave è il nome del nostro bellissimo borgo, ma è anche il nome del nostro vino bianco, tra i più conosciuti al mondo”, sottolinea Sandro Gini, presidente del Consorzio di tutela del Soave, che oggi riunisce 90 aziende per una produzione annua intorno ai 47 milioni di bottiglie. “Quello ottenuto su Rai 3, nel programma “Kilimangiaro”, è un riconoscimento che va a questa terra nella sua interezza, fatta di storia, di linee paesaggistiche inconfondibili e di vigneti di garganega che ricoprono da secoli queste colline, ad est di Verona, come tessere di un prezioso mosaico”, ha aggiunto Gini. Un premio “popolare”, quello del “Borgo dei Borghi 2022”, che si aggiunge a tanti altri riconoscimenti ottenuti dal territorio.
Soave è stato il primo comprensorio produttivo italiano a fare il suo ingresso nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali di interesse storico a cui è poi seguito il riconoscimento del Giahs-Fao (Sistemi di patrimonio agricolo di importanza mondiale, Globally important agricutural heritage system), dedicato a quelle zone agricole nel mondo che promuovono un’agricoltura sostenibile, lontana dai processi industriali, e che conserva uno stretto legame tra paesaggio, prodotti locali, comunità rurali associate. “E’ il frutto - evidenzia Gaetano Tebaldi, sindaco del Comune di Soave - di un importante lavoro di squadra: a vincere è stato il sistema Verona-Veneto. Si tratta di un riconoscimento che è direttamente collegato al mondo del vino poiché proprio il vino Soave è stato il protagonista indiscusso della scena. E mi piace cullare l’idea che nel borgo più bello d’Italia si produca il miglior vino d’Italia. Tocca a noi tutti adesso, dal mondo del commercio al turismo, al vino, fare tesoro di questo riconoscimento e metterlo a frutto”.
Un riconoscimento che, ovviamente, sarà un driver importante per un enoturismo che nel territorio è già forte. “Soave non è solo il nome di questo bellissimo borgo medievale che si trova appena fuori Verona - spiega il dg Cantina di Soave, Wolfgang Raifer - è anche il nome del grande vino bianco che viene prodotto in questo territorio e l’ha reso famoso in tutto il mondo. Cantina di Soave, la più grande e storica cantina cooperativa del territorio, è tra i protagonisti della puntata e siamo molto orgogliosi di questa vittoria che attesta e valorizza la grande bellezza di tutto il comprensorio soavese e insieme l’assoluta qualità delle sue produzioni vinicole che hanno radici antiche”.
E se il 23 aprile (ore 11) per celebrare la vittoria a Il Borgo dei Borghi, a Rocca Sveva, la Cantina di Soave proporrà una una speciale wine experience dedicata al Soave, in un territorio storico, ma che guarda al futuro, nei giorni scorsi, si è realizzato il sogno di un pioniere: la nuova cantina di Pieropan, oggi guidata dai figli di Leonildo Pieropan, Andrea e Dario, con la madre Teresita, e disegnata dal compianto, storico produttore in persona, in ogni dettaglio e perfettamente incastonata nel paesaggio patrimonio Fao che la circonda, pronta dopo sei anni di lavori guidati dall’architetto Moreno Zurlo dello studio Ac.me di Verona . Dal concetto ai materiali usati, tutto è stato eseguito per onorare la qualità dei vini di chi ha segnato la storia di Soave e di una nazione intera, creando il primo cru di bianco d’Italia e raccontando al mondo come anche possa invecchiare in modo convincente. Una struttura razionale, efficiente e semplice, che custodisce da oggi anche il “Calvarino 5”, blend di cinque annate che simboleggiano il percorso che ha portato a realizzare l’ultimo sforzo immaginifico del padre del vino di Soave di qualità. Che dimora nel borgo più bello d’Italia.

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