Da Gevrey-Chambertin a Puligny-Montrachet, da Clos de Tart a Corton-Charlemagne, da Echezeaux a Richebourg, da Nuits-Saint-Georges a Vézelay, da Côte de Beaune a Vosne-Romanée, quasi 600 cartelli con i nomi dei villaggi e dei più famosi Grand Cru, recentemente rimossi, dopo 20 anni “di onorato servizio” nell’indicare i vigneti di Borgogna: ecco i curiosi lotti - 300 in tutto - dell’originale asta, per veri amanti del vino, promossa dal Bourgogne Wine Board (Bivb), e che, il 12 novembre, a Beaune, vedrà sotto il martelletto la segnaletica di tutta la prestigiosa regione vinicola francese ormai “andata in pensione”, battuta dalla casa d’aste Quai des Enchères, con diretta streaming della Cité des Climats et Vins de Bourgogne, alla quale è destinato il ricavato per lo sviluppo di attività culturali. Le basi d’asta? I prezzi variano a seconda del prestigio dei Grand Cru, ma si parte da un minimo di 50 euro per arrivare ad un massimo di 500 euro.
Tra i cartelli c’è, ovviamente, anche quello di Beaune, segnala il magazine Uk “Decanter”, ricordando che l’incanto sarà battuto a pochi giorni dall’asta più famosa di Borgogna, quella degli Hospices de Beaune, in programma il 17 novembre, con l’edizione n. 164 e il millesimo 2024.
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