I consumatori e gli appassionati del vino del mondo voglio conoscere sempre più in dettaglio la provenienza del vino che bevono. Andando oltre la denominazione, puntando sui cru, magari. Eppure, sebbene tante delle denominazioni più importanti del vino italiano siano ormai veri e propri brand, in tanti mercati, forse, la provenienza regionale ha ancora una grande importanza, anche comunicativa. Anche, o soprattutto, se si parla di Toscana, uno dei “marchi” del made in Italy più conosciuti ed amati del mondo, e anche se si parla di una denominazione storica come quella del Nobile di Montepulciano. Con il Consorzio guidato dal presidente Andrea Rossi e dal direttore Paolo Solini, che ha ottenuto il via libera dalla Regione per inserire obbligatoriamente in etichetta proprio la parola “Toscana” nell’etichetta del Vino Nobile, del Rosso e del Vinsanto di Montepulciano (con l’iter che ora prevede il via libera definitivo, su cui non dovrebbero esserci problemi, da parte del Ministero delle Politiche Agricole e del Comitato Vini, ndr).
““Vino Nobile di Montepulciano. Denominazione di origine controllata e garantita. Toscana”. Dopo l’adozione della modifica anche da parte del Ministero, sarà questa la dicitura obbligatoria per il Vino Nobile di Montepulciano, dopo che la Regione Toscana nella data dell’8 luglio ha approvato le modifiche al disciplinare della prima Docg italiana che avrà, tra le prime della Regione, l’obbligatorietà di indicare la dicitura “Toscana””, spiega una nota del Consorzio. Una delibera che accoglie la richiesta unanime dell’interprofessione rappresenta dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano. “Un traguardo importante per la nostra denominazione, frutto di un percorso portato avanti con tenacia dal Consorzio e condiviso con la Regione Toscana, che fin da subito ha saputo interpretare le esigenze dei produttori - spiega il Presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, Andrea Rossi - questo permetterà di apportare maggiore chiarezza in tutti quei consumatori, soprattutto stranieri, che ancora oggi fanno confusione con la denominazione abruzzese”.
“Indubbiamente la sinonimia del termine “Montepulciano” con la denominazione “Montepulciano d’Abruzzo” rappresenta per le denominazioni di Montepulciano un motivo di criticità, in quanto contribuisce a creare confusione sui mercati a danno dei produttori di Montepulciano e dei consumatori” è stato il commento dell’Assessore all’Agricoltura della Regione Toscana, Marco Remaschi, che poi prosegue: “la richiesta di modifica dei disciplinari di produzione avanzata dal Consorzio è del tutto coerente con quanto sancito dal Protocollo d’Intesa siglato nel 2012 dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano e dal Consorzio Vini d’Abruzzo, dalla Regione Toscana e dalla Regione Abruzzo, nonché dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e da Federdoc. Con quel Protocollo d’Intesa, i due Consorzi si erano impegnati ad intraprendere iniziative che favorissero la corretta identificabilità dei due vini ed in particolare dei rispettivi territori di origine. Oggi, coerentemente con gli impegni assunti, la Giunta regionale della Toscana ha espresso parere positivo sulla istanza di modifica dei disciplinari di produzione delle denominazioni Vino Nobile di Montepulciano, Rosso di Montepulciano e Vin Santo di Montepulciano, avanzata dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, ritenendola aderente alla volontà manifestata dai produttori di disporre di un disciplinare che consenta una migliore identificazione dei propri vini con il territorio, tramite lo strumento giuridico messo a disposizione dalla normativa comunitaria e nazionale”. Le modifiche proposte consentiranno di aumentare la tutela nei confronti del consumatore finale e permetteranno al Consorzio di intensificare l’attività di promozione del territorio per una migliore e più puntuale comunicazione”. Aspetti tutt’altro che secondari per un vino, il Nobile di Montepulciano, che per il 77% finisce all’estero, Germania e Usa in testa.
L’introduzione di “Toscana” in etichetta dei vini a denominazione, per ora, è arrivata solo dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, e riguarda i vini prodotti dai vigneti della perla del Rinascimento. Ma si è, di fatto, aperta una strada che, in un futuro più o meno prossimo, potrebbe essere seguita anche da altre denominazioni della Regione, soprattutto da quelle il cui nome, o la cui provenienza, è meno conosciuta, soprattutto nei nuovi mercati, e dove invece il brand “Toscana”, utilizzabile nelle etichette delle bottiglie, potrebbe rappresentare un grande valore aggiunto, anche in termini di comunicazione.
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