Il colore rosso del Brunello di Montalcino, amato in tutto il mondo, nel calice; il verde, che vuol dire sostenibilità, sempre più intenso nelle vigne di uno dei territori più prestigiosi e green del pianeta, che si scopre uno di quelli a maggiore incidenza di vigneto biologico in Italia, con un vigneto su due in regime bio, e più di 4 cantine su 10 (106 su 257 aziende) convertite (o in fase di conversione) alla pratica sostenibile. Emerge da uno studio del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, sui dati degli enti certificatori, per “Benvenuto Brunello“ 2021, in edizione rivisitata (come tutte le altre “Anteprime di Toscana”) in tempo di Covid, che chiude oggi (in assaggio le grandissime annate 2016 e Riserva 2015, che volano sul mercato, insieme al Rosso di Montalcino 2019, al Moscadello di Montalcino ed al Sant’Antimo, ndr), e “lancia la volata” alla “Brunello di Montalcino Wine Stage”, che vedrà il “Giro d’Italia” arrivare il 19 maggio nella terra del grande rosso italiano, tra la bellezza delle strade bianche e dei vigneti, sempre più sostenibili. “Siamo soddisfatti per una transizione che si sta rivelando più veloce del previsto - ha detto il presidente del Consorzio, Fabrizio Bindocci - a Montalcino la vigna ha sempre avuto un ruolo rispettoso dell’ambiente, e rappresenta solo 15% delle aree rurali, in un territorio contraddistinto da una notevole biodiversità con un patrimonio boschivo che rappresenta il 50% del totale ma anche con oliveti (10%), seminativi, pascoli e altre piantagioni. Una tendenza, quella bio, che ha pure una ratio economica se si considerano le intenzioni di acquisto per tipologia dei consumatori nei nostri mercati chiave”. Il vino biologico italiano, sottolinea l’indagine, è cresciuto di oltre il 100% nell’ultimo decennio e, in termini di ettari, a livello globale vale il 25% della superficie coltivata. Secondo Sinab, nel Belpaese la superficie bio (107.000 ettari) rappresenta una quota media del 16,5% del vigneto Italia, con una crescita media annua del 7% negli ultimi 5 anni. Tra le regioni a maggior incidenza bio (rispetto al vigneto), vince la Calabria (37,3%), seguita dalle Marche (33,8%) e dalla Sicilia (30,9%). La Toscana, terza assoluta per numero di ettari - è al quarto posto con il 24,4% della propria coltivazione regionale certificata biologica e con Montalcino al 49,9%.
Focus - Non conosce crisi il mercato del Brunello di Montalcino, che, con le grandi annate 2015 e 2016, tocca numeri da record
Prosegue, anche ad aprile 2021, l’anno d’oro per le vendite di Brunello di Montalcino. Protagonista la combinata da sogno delle annate 2015 e 2016, in grado di segnare nell’anno mobile (maggio 2020 - aprile 2021) il record assoluto nella storia recente della Docg di fascette consegnate per le bottiglie collocate sul mercato. Lo rileva, per “Benvenuto Brunello”, un’analisi del Consorzio del Brunello di Montalcino, sui contrassegni di Stato rilasciati da Valoritalia nel pari periodo dal 2008 a oggi. “Nonostante le difficoltà che tutti conosciamo - ha detto il presidente del Consorzio, Fabrizio Bindocci - siamo riusciti a chiudere molto bene il 2020, ma il vero exploit lo stiamo registrando adesso: nei primi 4 mesi 2021 l’incremento (sullo stesso periodo del 2020) è addirittura del 38%, ma ciò che balza all’occhio è anche il +43% di sigilli di Stato richiesti nel quadrimestre rispetto alla media del triennio 2018-2020. Non ci fermiamo qui, siamo pronti ad accelerare sui mercati emergenti, Far East in primis, e a consolidare il primato negli Usa e le vendite nel Nord Europa, forti anche di una tendenza bio sempre più evidente, con la metà del vigneto-Brunello certificato o in attesa di certificazione”.
In primo piano le vendite di Brunello 2016, che, da metà novembre a oggi, ha sommato 5,7 milioni di fascette consegnate alle 250 imprese di Montalcino, ben oltre la metà dell’intera produzione dell’annata. Ancora più rilevante è la performance della fascia top, con la Riserva 2015 che, nel primo quadrimestre, ha incrementato i volumi (sul pari periodo dello scorso anno) del 583% e del 95,5% sulla media dell’ultimo triennio. Buone notizie anche dal Rosso di Montalcino, segnalato in crescita di oltre il 7% in questo avvio di stagione e in recupero rispetto all’andamento dell’ultimo triennio (-0,3%). Complessivamente i contrassegni richiesti al Brunello di Montalcino dai soci del Consorzio (il 98% del totale) riguardano nel 93% dei casi viticoltori-imbottigliatori, mentre per gli imbottigliatori si registra solo il 7% dei casi. Con le due annate a 5 stelle, le giacenze dell’imbottigliato sono infine calate del 40% da luglio 2020 ad aprile 2021, a fronte di una sostanziale stabilità del prodotto sfuso in cantina.
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