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CARNEVALE A TAVOLA

Il Carnevale è una cosa seria: per la Cna, nel 2019, giro d’affari da 228 milioni di euro

Movimento economico in crescita del 3,7% sul 2018. Protagonista la tavola oltre alle maschere, con i piatti tradizionali che coinvolgono i turisti
CARNEVALE, CNA, Non Solo Vino
I simboli del Carnevale: non solo maschere e coriandoli, ma anche i dolci tradizionali

Il Carnevale è iniziato, e così ha preso via il periodo più divertente, stravagante e colorato dell’anno. E anche uno dei più ricchi: secondo l’indagine del Centro Studi Cna infatti, quest’anno il giro d’affari che gira intorno al Carnevale arriverà a 228,5 milioni di euro, ben 8,5 milioni in più dell’anno scorso, pari ad una crescita del 3,7%. Un vero e proprio impero di travestimenti e festeggiamenti, che come ogni impero ha un re o, come in questo caso, una regina: Venezia, dove il Carnevale non è per niente uno scherzo, ma è una cosa seria. Nella Serenissima, infatti, in questi giorni si registrerà un movimento economico di 65 milioni di euro, contro i 60 milioni dell’anno scorso, e questo nonostante l’introduzione dell’ingresso a numero chiuso. Subito dietro Viareggio con i suoi famosi carri, che raggiungerà i 30 milioni di euro, e poi Ivrea, famosa per la sua battaglia delle arance, a 3,5 milioni di euro. Nei giorni di carnevale, comunque, non sono solo maschere e coriandoli a fare da padroni: ruolo fondamentale lo hanno anche i tanti piatti tradizionali del periodo, primi su tutti i dolci. E proprio i piatti tipici sono quelli che, in un ottica di turismo sempre più “esponenziale” e legato a gusto e tradizione, attirano i visitatori, che non vogliono solo più assistere alle sfilate di carri e travestimenti, ma vogliono “sporcarsi” le mani, partecipando alla preparazione di dolci e piatti tradizionali del luogo, così da creare un legame genuino con un territorio. Se il Carnevale, infatti, si festeggia in tutta Italia, da Nord a Sud, in tutto lo Stivale le tavole si riempiono di dolci tipici, spesso molto somiglianti da Regione a Regione, con una sola differenza, è cioè il nome. Simbolo dei dolci del Carnevale solo le chiacchiere, chiamate anche frappe, cenci, crogetti, galani, bugie... La lista potrebbe continuare all’infinito, ma tutti sono fondamentalmente a base di farina, uova e zucchero, fritte o cotte al forno. Poi, ci sono i dolci più “regionali”, come gli struffoli al Sud, chiamati “pignolata” in Sicilia e Calabria, o le castagnole, famose nel Lazio, nelle Marche e nelle zone del Centro Italia, o ancora i tortelli di carnevale in Lombardia e al Nord e le ravioline fritte in Emilia Romagna. Molto meno varia è invece la scelta tra i piatti tipici carnevaleschi salati: in tutto lo Stivale sono diverse le ricette che si cucinano in questo periodo, e tutte hanno come base il maiale. Dalla lasagna napoletana al ragù dei vincisgrassi delle Marche, dalla polenta in tutto il Nord ai panzerotti fritti pugliesi ripieni, protagonista dei giorni di festa è sicuramente la carne.

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TAG: CARNEVALE, CNA

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