Il cesto enogastronomico si conferma il regalo di Natale più apprezzato dagli italiani con oltre una famiglia su tre (il 34%) che spenderà in media 48 euro per regalarlo o metterlo sotto il proprio albero, anche sull’onda del riconoscimento ottenuto dalla Cucina Italiana come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità Unesco. Tanto che, anche i cesti stessi, saranno allestiti a tema con i pilastri della Dieta Mediterranea (come per esempio quelli dei mercati contadini di Campagna Amica): passata di pomodoro, olio extravergine di oliva, pasta, lenticchie, pecorino, frutta secca (come nocciole, mandorle o noci) fino al panettone, simbolo della convivialità delle feste. Ma molto apprezzati sono anche i cesti caratteristici regionali: da quello della Lombardia con riso Carnaroli, miele d’acacia, spumante, torrone classico e passata di pomodoro, a quello della Puglia, con caciocavallo, carciofo brindisino sott’olio, friselle di grano Senatore Cappelli, taralli all’olio extravergine di oliva e orecchiette di grano duro, solo per citarne alcuni. Oltre, chiaramente, ai soliti cesti tradizionali, forniti degli immancabili panettone, lenticchie, olio extravergine di oliva, cotechino, zampone e bollicine, e con una crescente tendenza verso la personalizzazione, con cesti “fai da te”, come spiega un’indagine Coldiretti/Ixè sulla corsa agli acquisti natalizi che entra nella fase finale (ben 5 milioni di italiani concentra, infatti, le spese proprio nella settimana che precede Natale). Il budget medio è in aumento sul 2024, anche se si registrano forti differenze: l’11% non supera i 50 euro, il 44% resta tra 50 e 150 euro, il 24% arriva a 300 euro e il resto si spinge più su.
Ad aumentare è anche la percentuale di italiani che quest’anno farà i regali (81,5%, +1,6% sul 2024) come racconta, invece, una ricerca Confcommercio in collaborazione con Format Research, che conferma come i regali che andranno per la maggiore saranno prodotti enogastronomici, vini e liquori: li sceglierà il 19,7%, davanti a prodotti per la cura della persona e a trattamenti di bellezza (15,2%), capi di abbigliamento, calzature e articoli sportivi (13,2%). E che verranno acquistati sia nei negozi fisici che in quelli online dai due terzi della popolazione, mentre il 23,6% si rivolgerà esclusivamente ai punti vendita tradizionali, in particolare grandi centri commerciali e negozi di vicinato.
Dal cibo regalato a quello da mangiare. Il pesce, e l’acquacoltura, si confermano al centro delle tavole italiane con spigola e orata allevate che restano tra le scelte più ricorrenti nelle famiglie, mentre la trota d’acquacoltura mantiene un ruolo centrale nelle ricette festive e il caviale italiano consolida il suo primato internazionale, come racconta Confagricoltura.
Ma c’è anche chi per Natale andrà a mangiare al ristorante: 5,5 milioni di persone per la precisione (+1,8% sul 2024), secondo le rilevazioni Fipe-Confcommercio, per una spesa complessiva stimata intorno ai 451 milioni di euro (+7,1% sul Natale 2024). Saranno 93.000 i ristoranti aperti per l’occasione (pari al 69,6% del totale degli esercizi attivi) con i ristoratori che, per quanto riguarda l’offerta, puntano con decisione su formule tutto compreso, una scelta adottata dal 72,4% degli intervistati: la spesa media per il pranzo di Natale sarà di 82 euro a persona (bevande incluse), il 5,1% in più del 2024. Una clientela composta prevalentemente da residenti per il 75%, affiancati dal 19% di turisti italiani e da poco più del 5% di visitatori stranieri, per un pranzo caratterizzato dai grandi classici con protagonisti le diverse varietà di brodo, arrosti e selvaggina, ortaggi e verdure di ogni tipo e, per finire, panettone semplice e farcito, torrone e dolci della tradizione locale.
Infine, sono 2 milioni, tra italiani (in netta predominanza) e stranieri, le persone che hanno scelto di trascorrere le festività 2025 in agriturismo, tra pernottamenti e pasti, nelle 26.000 strutture attive sul territorio nazionale (+5% sul 2024), secondo un’altra indagine Coldiretti e Campagna Amica che sottolinea come “anche in inverno, a trainare la scelta della campagna non è solo la cucina genuina, ma soprattutto il turismo esperienziale, con l’enoturismo e l’oleoturismo in testa alle preferenze, seguiti dai percorsi dedicati alla birra artigianale e ai formaggi”. Per Campagna Amica, infatti, i turisti enogastronomici rappresentano oggi il 59% del totale, vale a dire oltre un viaggiatore su due, e cresce anche la curiosità verso le visite nei luoghi di produzione.
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