Biologico, biodinamico, senza olio di palma, senza sale e zuccheri aggiunti, vegetariano, vegano, artigianale, industriale, naturale, probiotico, salutare, innovativo, tradizionale, tipico, esotico, “healty” ma anche “junk”, spazzatura. E ancora a Denominazione di Origine Protetta, ad Indicazione Geografica, da Presidio Slow Food, di montagna e così via. Al cibo e all’agricoltura da cui nasce, di certo, gli attributi e gli aggettivi non mancano. E ora, alla lunga lista si aggiunge anche quello di “simbiotico”. O meglio da “Agricoltura Simbiotica”. Con il primo paniere di prodotti certificati in questo senso che sbarca da Eataly. L’“Agricoltura Simbiotica”, sintetizza una nota, è “un innovativo sistema di produzione agroalimentare certificato che sfrutta i benefici della relazione fra il microbiota del suolo - ovvero l’insieme dei microorganismi che lo popolano - e i vegetali che vi crescono”.
Questo sistema di produzione si pratica utilizzando tecniche agronomiche non invasive che prevedono di arricchire il suolo con funghi, batteri amici e minerali zeolitici (cabasiti) che hanno l’obiettivo di favorire la vitalità dei microorganismi del terreno. I benefici principali di questo modello sostenibile riguardano suolo, piante e ambiente. Il suolo risulta più sano, fertile e pulito; le piante sono più resistenti alle malattie, più capaci di assorbire le sostanze nutritive e meno bisognose di acqua e di trattamenti; l’ambiente ne beneficia perché questo modello consente al suolo sano di trattenere più anidride carbonica. Ed i benefici si estendono anche agli alimenti coltivati secondo i principi dell’Agricoltura Simbiotica. Ad esempio, uno studio del British Journal of Nutrition ha evidenziato che la simbiosi ha influenzato positivamente la crescita e il contenuto di nutrienti minerali delle piante di pomodoro e ha migliorato il valore nutrizionale e nutraceutico dei frutti di pomodoro attraverso modifiche del metabolismo secondario delle piante, che ha portato ad un aumento dei livelli di licopene nei frutti.
“Un modello produttivo che Eataly ha preso a cuore - spiega il comunicato - perché crede nel valore e nelle proprietà dei prodotti che una terra sana può dare, e che ha già iniziato ad interessare piccole e medie aziende della filiera agricola. Tra gli scaffali di Eataly oggi è possibile trovare i primi prodotti certificati Agricoltura Simbiotica: il latte Erbalatte (Azienda Agricola La Corte), la toma (Caseificio Ceirano & Villosio), la mozzarella e primo sale (Coop Tesori bio), le confetture e composte di frutta (La Sandrina), le insalate (Azienda Agricola Gambaro), le uova (Azienda Agricola Alessandro Varesio) e l’hamburger Giotto de La Granda (Azienda Agricola Ponso e Azienda Agricola Prato). Hanno abbracciato il progetto anche la Commerciale Agricola Bodrero e il Cap Nordovest, fornitori di materie prime e alimenti per il bestiame e Genagricola. Una tangibile testimonianza dell’impegno dei più piccoli e virtuosi protagonisti della filiera alimentare che Eataly continua a valorizzare fornendo ai clienti sempre nuove opportunità di scelta di prodotti che rispondono a criteri di rispetto del cibo, dell’ambiente e della biodiversità”.
“L’Italia agricola del cibo è costituita da una moltitudine di piccole e medie aziende. Questa frammentazione deve essere vissuta come una forza distintiva del nostro Paese, nonché la conseguenza inevitabile della biodiversità dei nostri territori - commenta Nicola Farinetti, ad Eataly - fin dal primo giorno Eataly lavora per creare una rete e permettere alle piccole aziende di confrontarsi con il grande mercato. Accogliamo questo nuovo modello agricolo con entusiasmo credendo che il piglio pionieristico degli attori più piccoli della filiera possa contagiare i più grandi, contribuendo ed elevare gli standard produttivi, la qualità dell’ambiente e della nostra alimentazione”.
“Ciò che mangiamo è strettamente legato alla terra e al nostro secondo cervello: l’intestino - spiega Sergio Capaldo, Fondatore del consorzio La Granda e ideatore della Certificazione Agricoltura Simbiotica - e poiché un suolo in salute produce piante più forti e sane, queste tratterranno più carbonio nel suolo, saranno più resistenti allo stress idrico, alle malattie e meno bisognose di trattamenti, con conseguenti benefici per l’ambiente, per gli animali e per l’uomo. La simbiosi è il più grande successo di relazioni e collaborazioni tra microbi, microfauna, funghi e piante”.
Per comprendere bene ciò che accade nel suolo occorre studiare la rizosfera, la porzione di terra che circonda le radici delle piante: “Le pratiche agronomiche, la selezione varietale e i cambiamenti climatici hanno un impatto importante sul microbiota della porzione di suolo a stretto contatto con le radici - spiega Alessandra Salvioli, Ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università degli Studi di Torino - una gestione del campo più consapevole di questo enorme capitale naturale può favorire la biodiversità delle comunità microbiche del suolo, con effetti positivi sulla resa e sulla qualità delle colture”.
Anche l’essere umano ha un microbiota, la cui biodiversità deve essere preservata agendo sulle nostre abitudini alimentari e non: “gli studi sul microbiota umano sono in continua crescita - racconta Maria Rescigno, professore di Patologia Generale e ricercatrice dell’Humanitas University - e le ricerche stanno evidenziando come un microbiota sano possa influenzare positivamente il sistema immunitario di ciascuno di noi. Purtroppo, un’alimentazione scorretta, una vita frenetica e l’abuso di farmaci possono influenzare negativamente la composizione del microbiota e contribuire allo sviluppo di diverse patologie o disturbi”.
“Nutrire il pianeta garantendo a tutti un cibo buono, pulito e giusto è possibile solo ripartendo dalla biodiversità e invertendo un modello di produzione che ha generato disastri ambientali e sociali - sono le parole di Serena Milano, direttrice Slow Food Italia - ma la biodiversità poggia su un fondamento imprescindibile, il suolo. Questa consapevolezza è l’anello di congiunzione fra Slow Food e l’agricoltura simbiotica ed è il filo conduttore dei progetti realizzati in collaborazione e con il sostegno di Eataly. In particolare, stiamo per lanciare insieme una iniziativa che ha l’obiettivo di salvare i prati stabili, cioè quei prati naturali ricchi di biodiversità che purtroppo stiamo perdendo. Da un lato, il progetto valorizzerà il latte e i formaggi degli animali allevati grazie a pascoli ricchi di essenze, dall’altro, accompagnerà quegli agricoltori di pianura che decideranno di rigenerare terreni sfruttati, ripristinandone la biodiversità”.
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