Investire concretamente in sostenibilità, non solo per vini prodotti in maniera più rispettosa dell’ambiente e della salute, ma per arrivare a definire un nuovo modello di “comunità sostenibile”: è quello su cui lavora il Consorzio Prosecco Doc, a tutela di una delle denominazioni più importanti d’Italia, tra quelle che in questi anni hanno tenuto più di altre in alto il saldo commerciale del settore all’export, e che ora inizia il percorso verso la certificazione Iso 37101, norma internazionale che definisce i requisiti di un sistema di gestione per lo sviluppo sostenibile nelle comunità. Un progetto importante e ambizioso, anche viste le dimensioni della denominazione che, come ricordato dal dg del Consorzio, Luca Giavi, “con 28.000 ettari vitati distribuiti tra due regioni (Veneto e Friuli Venezia Giulia, ndr) e nove province, da Trieste a Vicenza, rappresenta una delle comunità produttive più grandi e complesse del Paese. La filiera coinvolge 12.000 viticoltori, 1.200 vinificatori e 350 aziende spumantistiche, in un territorio dove sono presenti numerose altre denominazioni, ciascuna con propri criteri e percorsi in materia di sostenibilità”. Ma d’altronde, ha ricordato il presidente del Consorzio del Prosecco Doc, Giancarlo Guidolin, “la sostenibilità non è più una scelta: è una responsabilità che noi tutti abbiamo verso il consumatore, il territorio e il mercato. Se vogliamo garantire un futuro al Prosecco Doc, tutta la filiera deve muoversi nella stessa direzione, senza eccezioni. Il Consorzio continuerà a fare la sua parte, ma è fondamentale il contributo di tutti per una comunicazione chiara, veritiera e trasparente della sostenibilità”. Ed il Consorzio, come ricordato, nei giorni scorsi, nell’incontro in cui è stato presentato il progetto, a Oderzo, presso la Cantina Opitergium, il suo contributo lo mette in campo da anni, visto che, come ha spiegato Andrea Battistella, responsabile Ricerca e Innovazione del Consorzio, “ogni anno 1,3 milioni di euro, ai quali si aggiungono risorse pubbliche, vengono destinati a progetti sviluppati con università ed enti di ricerca come Crea e Veneto Agricoltura”.
Investimenti riguardano tutti e tre i pilastri della sostenibilità. Sul fronte ambientale, in particolare, includono lo sviluppo di nuove varietà resistenti, l’impiego di tecniche di evoluzione assistita per ridurre fino al 50% i trattamenti, il corretto uso dei prodotti fitosanitari e strumenti digitali per il calcolo dell’impronta carbonica e idrica. Sul piano sociale ed economico, nel 2024 il Consorzio ha favorito la formazione di 700 operatori, avviato progetti di inclusione lavorativa, sviluppato l’Osservatorio Economico e l’Osservatorio del Vino Sfuso, e siglato accordi con un istituto bancario per offrire strumenti finanziari agevolati a supporto della transizione.
Ora, però, inizia un nuovo percorso per “superare la frammentazione per creare un linguaggio comune”. Negli ultimi anni, le crescenti esigenze del mercato e delle comunità locali in tema di sostenibilità, sottolinea il Consorzio, hanno infatti portato alla diffusione di numerosi standard di certificazione, generando disorientamento, soprattutto in una denominazione vasta e articolata come il Prosecco Doc. “Per rispondere a tale complessità, il Cda del Consorzio ha approvato l’adozione di un approccio inclusivo, che lascia alle aziende la libertà di scegliere il percorso più coerente con le proprie capacità e sensibilità, valorizzando al contempo le pratiche virtuose già in atto e definendo obiettivi condivisi di filiera. Per rendere il percorso coerente e misurabile, il Consorzio - spiega una nota - ha introdotto un sistema di punteggi: ogni iniziativa sostenibile certificata da enti terzi riceverà una valutazione specifica, sviluppata con il coinvolgimento degli stakeholder della filiera e del territorio. Il sistema consente di quantificare l’impatto ambientale, sociale ed economico delle singole aziende e di incentivare le migliori pratiche, anche attraverso strumenti concreti legati alla gestione del potenziale produttivo”. Centrale nel progetto è anche la semplificazione dei processi. Grazie alla partnership avviata con l’Istituto Poligrafico - Zecca dello Stato, spiega ancora il Consorzio, sarà possibile acquisire i dati relativi alle certificazioni di sostenibilità già in possesso della pubblica amministrazione, riducendo gli oneri burocratici per le aziende. “Il nuovo modello risponde, inoltre, alle più recenti indicazioni europee (Reg. Ue n. 1143/2024), che richiedono alle denominazioni la redazione periodica di relazioni di sostenibilità basate su informazioni verificabili e comparabili”.
E così, dunque, parte il percorso per far diventare quella del Prosecco Doc una “comunità sostenibile”. “L’obiettivo è ottenere la certificazione Iso 37101, la norma internazionale per le comunità sostenibili, estendendo il concetto di sostenibilità all’intero ecosistema sociale ed economico della denominazione”, ha spiegato Leonardo Campigotto, referente scientifico del progetto per il Consorzio Prosecco Doc. “Il progetto si fonda su due dimensioni integrate: la governance della sostenibilità, a cura del Consorzio, che comprende gestione dei dati, monitoraggio costante, certificazione terza e trasparenza, e la sostenibilità attiva, affidata alle aziende, con indicatori concreti come impronta carbonica e idrica, tutela della biodiversità, gestione dei rifiuti, condizioni del personale e relazioni con la comunità locale”. Un percorso che sarà basato su un sistema flessibile e inclusivo: le certificazioni già esistenti - Equalitas, Viva, Sqnpi, Biologico e altre - saranno valorizzate, e ogni azione sostenibile verificabile contribuirà al punteggio complessivo della filiera.
Dal confronto è emerso, infine, un elemento chiave: “un territorio sostenibile aumenta il proprio valore complessivo, migliora il paesaggio, rafforza l’attrattività turistica ed enoturistica e sostiene l’economia locale. La certificazione dell’intera comunità Prosecco Doc - spiega ancora il Consorzio - consentirà di rendere questo valore misurabile e comunicabile in modo trasparente”. Con la sostenibilità che non si impone, si costruisce insieme. “Il Prosecco Doc non si limita a dichiarare la sostenibilità: la ingegnerizza, la misura, la certifica e la mette al servizio del futuro della denominazione e dell’intera comunità”, conclude il presidente, Giancarlo Guidolin.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025


















































































































































































