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Il Consorzio Vino Chianti, una delle denominazioni più prestigiose del panorama enoico italiano, conferma Giovanni Busi alla presidenza fino al 2019. “Lavoreremo per una promozione consapevole e strategica per trovare nuovi sbocchi commerciali”

“È stato premiato il lavoro svolto nell’ultimo mandato e con questa elezione è stato deciso di proseguire con gli stessi obiettivi. Intendiamo rafforzare ancora di più la denominazione Chianti attraverso una scelta meticolosa dei mercati su cui il nostro vino dovrà affacciarsi. Quando ci troviamo all’estero per raccontare i nostri prodotti rappresentiamo il nostro territorio e tutta la sua eccellenza e per questo crediamo che una promozione consapevole e strategica possa permettere alle nostre aziende di dimostrare una qualità che ha pochi eguali nel mondo”. Così Giovanni Busi accoglie la riconferma del Consiglio direttivo del Consorzio Vino Chianti alla presidenza di una delle denominazioni più prestigiose del panorama enoico del Belpaese (che conta 3.500 aziende socie, 15.000 ettari di vigneto e 110 milioni di bottiglie all’anno, con il primo mercato che è ancora quello italiano, capace di assorbire il 27% della produzione, seguito da Stati Uniti, Germania, Inghilterra e Giappone) per i prossimi tre anni, affiancato dai vicepresidenti Mino Niccolai, presidente della cantina di Geggiano e Pontignano, e Ritano Baragli, presidente della cantina sociale Colli Fiorentini, anche loro riconfermati dal nuovo Cda del Consorzio.

Il Consorzio Vino Chianti conta “tutto il comparto a livello regionale e nazionale - ha concluso il presidente - sta affrontando una crisi da cui abbiamo la necessità di uscire quanto prima. Per questo motivo dobbiamo insistere su politiche che rafforzino la nostra filiera e il nostro brand che può contare su una denominazione in crescita grazie al continuo rinnovo di impianti che si sta registrando in tutto il territorio toscano. Lavoreremo senza sosta per trovare nuovi sbocchi commerciali e dare al nostro vino il palcoscenico internazionale che si è guadagnato in quasi un secolo di storia della denominazione”.

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