Dal primo contagio - che gli epidemiologi dell’Imperial College of London hanno stimato nei primi giorni di dicembre 2019 - sono passati poco più di due mesi, e l’epidemia di coronavirus (o meglio “COVID-19”, nome dato dall’Oms alla malattia respiratoria causata dal 2019-nCoV) è arrivata anche in Italia. Non è bastato chiudere i collegamenti aerei con la Cina, né la quarantena volontaria: qualcosa è sfuggito, e da ieri interi comuni di Lombardia e Veneto sono isolati, mentre la psicosi corre tra la gente, con effetti, a volte, fuori controllo. In attesa di capirne di più - sia sulla pericolosità che sulla catena del contagio - la politica nazionale e le amministrazioni locali stanno giustamente prendendo le prime contromisure, volte ad isolare i primi focolai, mentre il mondo produttivo e quello del commercio, ad ogni livello, iniziano a fare i conti, perché una situazione del genere non potrà non impattare sull’economia nazionale ed internazionale. Positivamente all’inizio - ma è solo una reazione a caldo - con i supermercati letteralmente presi d’assalto ed i beni di prima necessità (dalla pasta all’acqua minerale) che iniziano a scarseggiare, ma a lungo andare non potranno che essere negativi. Sembrano “accorgersene” anche le borse, tutte in calo, a cominciare da Milano, che lascia sul terreno il 4,2% nell’apertura di oggi, ma sono soprattutto bar e ristoranti - che in Lombardia staranno chiusi dalle 18 alle 6 - a tremare, tanto che il Governo sta già pensando allo stop a scadenze fiscali e bollette elettriche.
Un quadro davvero complesso, in cui, come ricordano le elaborazioni del “Sole 24 Ore” su dati Barclays e Bloomberg, il mondo degli alcolici dovrà mettere in conto un calo dei fatturati causato dal crollo dei consumi durante il Capodanno Cinese, mentre i generi alimentari non dovrebbero subire grosse perdite, spostando semmai il canale di vendita dall’offline all’online, almeno a livello mondiale. Tornando in Italia, invece, la Coldiretti assicura che i rifornimenti di frutta e verdura sono garantiti dagli agricoltori in tutte le aree del Paese, con i mercati generali all’ingrosso che hanno aperto e funzionano regolarmente, da Milano a Padova fino a Roma. Nel week end si è registrato un aumento della spesa per prodotti alimentari freschi e trasformati stimato tra il 5 e il 10%, secondo il monitoraggio della Coldiretti nei mercati di Campagna Amica, con la crescente preoccupazione che sembra spingere molti a fare scorte (specie di frutta, verdura e carne ma anche altri alimenti conservabili), con la sollecitazione delle autorità alla limitazione degli spostamenti per evitare la diffusione del contagio. Anche perché - continua la Coldiretti - nelle aree già a rischio sono state adottate misure cautelative con la chiusura di negozi, centri commerciali e mercati all’aperto per evitare forme di aggregazione. La Cia - Agricoltori Italiani, invece, ha dovuto rimandare - a data da destinarsi - l’evento in calendario il 27 febbraio a Milano su “L’alta qualità del made in Italy agricolo nei menù dei ristoranti cinesi”.
Impossibile, almeno per il momento, quantificare l’impatto sulle esportazioni del wine & food: le rotte commerciali verso Cina, Taiwan, Singapore ed Hong Kong sono praticamente chiuse, e con i focolai di COVID-19 scoppiati in Italia il rischio - per ora lontano - è quello di essere isolati dagli altri Paesi. Il contesto, però, non è certo dei migliori, e prendendo a paragone quanto successo venti anni fa con la Sars, si può stimare - per quanto può valere - una perdita dell’export agroalimentare italiano in Cina di 200 milioni di euro, con il vino, che vale il 30% delle spedizioni di prodotti enogastronomici, che pagherebbe il conto più salato. Non finisce qui però, perché i rallentamenti delle rotte commerciali sono stimati, per i primi sei mesi dell’anno, in una forbice compresa tra il -18% ed il -25%, con la situazione in continua e rapida evoluzione.
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