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Il Corriere Della Sera / Il Mondo

L’anfora del buon verdicchio ... Tradizione e innovazione vanno a braccetto. Così, oltre al bianco di Jesi, nascono etichette anche più strutturate... In poco più di cinquant’anni la sua bottiglia a forma di anfora, progettata dall’architetto Antonio Maiocchi e personalizzata dall’etichetta del pittore Bruno da Osimo, è diventata uno dei simboli del made in Italy. Ma alla bellezza dell’oggetto nell’azienda Fazi Battaglia hanno da sempre accoppiato la qualità del vino. Fondata nel ’49 a Cupramontana, la Fazi Battaglia oggi è guidata da Maria Luisa Sparaco e dai figli Luca, Barbara e Chiara Giannotti. Le sue radici rimangono nelle Marche, nella zona del Verdicchio di Jesi soprattutto, ma anche in altre aree vocate della regione. Con il passare degli anni, però, l’azienda si è allargata acquisendo nel Chianti la Frassati, famosa per il Montepulciano; affacciandosi in Maremma allo scopo di produrre Morellino di Scansano e Vermentino selezionati; entrando nella distribuzione per proporre, oltre ai propri vini, anche prestigiosi marchi stranieri, dal single malt scotch whisky Bowmore allo champagne Deutz. II punto di forza della Fazi Battaglia rimane comunque l’accurato lavoro in vigna e in cantina. Da cui, sempre da uve Verdicchio, sono nati più di recente l’Arkezia (un vino ottenuto con l’intervento della Botris cinerea, una muffa nobile capace di meraviglie organolettiche); il San Sisto, affinato in barrique; il Masaccio, frutto della maturazione dell’uva oltre il normale periodo di vendemmia. II vino marchigiano, però, ha varietà complesse. Oltre al Verdicchio di Jesi (dove gli ottimi produttori sono numerosi, da Garofoli a Umani Ronchi), al top sono il Verdicchio di Matelica (provare San Biagio e La Monacesca), il Rosso Conero (con Garofoli e Moroder), il Rosso Piceno (con Roccadigabbia e Bucci) e il Lacrima di Morro d’Alba. Dal vino ai distillati il passo è breve. Sono in corso i festeggiamenti per i 140 anni di vita delle Distillerie Varnelli, oggi alla quarta generazione con Orietta. Sede a Pievebovigliano, la Varnelli è famosa per l’anice secco, ma è nata producendo l’amaro Sibilla, che veniva bevuto dai pastori durante la transumanza e aveva proprietà terapeutiche, aiutava a combattere le febbri malariche. Storia molto più recente, ma grande attenzione alla qualità anche al Pastificio Latini. II titolare Carlo Latini (la società è partecipata al 49% dalla famiglia Illy) a Osimo Scalo ha inventato nel ’92 la pastificazione in purezza. E’ di quell’anno infatti l’esordio della linea Senatore Cappelli, seguita poi dalla linea Taganrog, nate entrambe dal recupero di antiche varietà di grano duro dalle eccezionali caratteristiche organolettiche. Infine, in una delle realtà industriali più importanti d’Italia, Fabriano, rimane di alto livello la produzione del locale salame, che piaceva tanto anche a Giuseppe Garibaldi, come si rileva dal suo epistolario.

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