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Il Corriere Della Sera

Un salone del vino al Leoncavallo. Firmato da Veronelli. Milano, a dicembre l’enogastronomia di scena alla «Fiera dei particolari». I ristoratori più quotati presenti alla manifestazione organizzata nel centro sociale sullo stile della francese «Foire des Particuliers» ... «Sono un editore anarchico e disobbediente. Lo sono da sempre. Nessuno, quindi, si meravigli di trovarmi qui. A collaborare con questi ragazzi», dice Luigi Veronelli. E il suo nome non ha bisogno di presentazione. Ma il fatto che «Gino» abbia scelto proprio il Leonka, per metter su una mostra di vignaioli e vini (omaggio alla «contadinità responsabile») può destare un certo stupore. E che ristoratori stellati come Aimo e Nadia Moroni (assieme ai valenti colleghi Vittorio Fusari di Iseo e Luciano Lissana di Camajore) si mettano ai fornelli per sfamare gli «alternativi» frequentatori del covo milanese no global non è cosa da passare inosservata. Qualche polemica, c’è da scommetterlo, andrà messa nel conto. Amen. La «Fiera dei Particolari», su esempio dell’analoga «Foire des Particuliers», che in Francia si tiene da oltre cinquant’anni, è già in moto. Ieri mattina, tra le pareti rosso-fuoco del Centro sociale, Veronelli, Daniele Farina (portavoce del Leonka), lo scrittore Pino Tripodi e Maurizio Murari di Radio Onda d’urto (Brescia) hanno presentato l’iniziativa che si svolgerà dal 5 al 7 dicembre. Un ottimo vino bianco di Calabria sul tavolo, calici da degustazione («mi raccomando che non si vedano bicchieri di plastica durante la Fiera», si preoccupa Gino), i relatori spiegano la filosofia che sorregge il progetto. Veronelli parte all’attacco: «La grande industria sostiene che il vino è un prodotto di massa, ma non è così. Noi che siamo attenti alle masse, vogliamo essere attenti alla fatica del contadino. Il futuro del settore sta nelle cantine sociali, nelle cooperative, nella capacità dei piccoli vignaioli di valorizzare il loro lavoro». «Qui al Leoncavallo - dice - dimostreremo come si può superare il vecchio modo di proporre il vino ai consumatori». Chi è interessato alla Fiera (140 produttori italiani negli stand, 10.000 visitatori previsti) consideri di compiere un percorso a ritroso attorno al vino: dal bicchiere che beviamo, a chi il vino lo vende, a chi lo produce, a chi coltiva le viti. Le degustazioni si accompagneranno ai dibattiti sulla cultura contadina. «Le presentazioni dei prodotti - spiega Tripodi - avranno la stessa sacralità di presentazione dei libri». Daniele Farina racconta come l’iniziativa battezzata da Veronelli non sia affatto estranea alla linea no global. «In questi anni abbiamo avuto incontri con esponenti del mondo contadino e le comunità indigene che si oppongono alla globalizzazione; sosteniamo, a fianco di "Via campesina", la battaglia contro gli ogm; siamo contro i sistemi economici dominanti». Il guru di Francia di questa filosofia è il «sovversivo» Josè Bovè. Che, giudici permettendo, sarà presente alla Fiera del Leoncavallo.

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