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Il Corriere Vinicolo

Ondata di fango sul food & wine. La vicenda “Il Giornale” contro il Gambero Rosso ... Difficile capire cosa stia succedendo in certo mondo editoriale e perché, improvvisamente, si sia scatenata con tanta violenza una tempesta mediatica che sta trascinando giornalisti, guru, lettori, fans. Stiamo parlando di testate dai grandi numeri rivolte al consumatore evoluto e di realtà dai fatturati pesanti, e questo ci consente di esimerci dallo schieramento, collocandoci fuori dai giochi. Inizia così l’editoriale de “Il Corriere Vinicolo” n. 39 dell’8 ottobre, che qui di seguito pubblichiamo integralmente.

Il “Giornale”, attraverso due spietati articoli di Carlo Cambi (“Slow Food - Gambero Rosso. Ecco tutti gli affari dei furbetti del bicchierino”; “Ora i Gamberi rossi vanno a caccia d’aiuti”), ha attaccato frontalmente l’universo Gambero Rosso.

Da giorni circolava la notizia, mai confermata, che la casa editrice titolare anche di un canale televisivo e della Città del gusto di Roma fosse stata ceduta al Gruppo Class di Paolo Panerai.

Da questo fatto, secondo il sito Dagospia, si sarebbero innescati dei meccanismi a cascata: Carlo Petrini avrebbe fatto intendere di voler traslocare tutto Slow Food alle Guide dell’Espresso per la realizzazione della guida Vini d’Italia e al vertice del Gambero Rosso Cernilli avrebbe preso il posto di Bonilli. Tra le voci che circolano c’è anche quella della vendita alla Compagnia Fiduciaria Nazionale del 32% della Gambero Rosso Holding Spa.

Bonilli smentisce, ricordando la vicenda “Gambero Rozzo”, protagonista sempre Cambi, con la sua coda giudiziaria. Cernilli replica ridimensionando la voce contributi pubblici e conflitti d’interesse in famiglia, messi all’indice dallo stesso Cambi.

In quanto giornalisti specializzati che si rivolgono al professionista, possiamo prenderci il lusso di osservare tutto ciò senza particolari coinvolgimenti (escluso un profondo sentimento di amarezza per l’ondata di fango che ha investito il nostro mondo del food & wine). Siamo convinti comunque dell’importanza di aggiornare il nostro lettore su quanto sta accadendo poiché le imprese, chiamate sempre più frequentemente e insistentemente a finanziare iniziative e a gonfiare di pubblicità riviste e palinsesti, hanno diritto di conoscere il soggetto da loro beneficiato e al quale affidano la propria immagine. Insomma, una sponsorizzazione realmente consapevole nella piena condivisione di una chiara linea editoriale.

Non c’interessa sapere chi siano i buoni e chi i cattivi in questa triste vicenda, ma semplicemente mettere a conoscenza dei fatti i nostri lettori, i produttori, invitandoli a un necessario approfondimento, poiché il mondo del vino vuole e deve realmente capire evitando così di assumere un ruolo del tutto marginale.

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