Una ricerca minuziosa durata 8 anni che ha portato a selezionare 38 varietà della vite non iscritte al Catalogo Nazionale della Vite, precedentemente dimenticate, e che possono essere considerate originali della regione: ecco l’importante scoperta del Friuli Venezia Giulia, frutto di un lungo lavoro di ricerca svolto dall’Ersa, l’Agenzia regionale per lo Sviluppo rurale, con la collaborazione del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università di Udine e del Centro di Ricerca per la Viticoltura di Conegliano.
Secondo l’assessore regionale alle Risorse Agricole Claudio Violino, “la ricerca fa riscoprire com’era il vigneto del Friuli Venezia Giulia prima “dell’invasione” dei vitigni internazionali - il Merlot, lo Chardonnay, i Pinot - e della distruzione dei vigneti locali, causata nel XIX secolo dalla diffusione dell’oidio e della filossera”.
Dallo studio è emerso in particolare che il Prosecco veniva coltivato sul territorio regionale già due secoli fa: sono state infatti individuate viti vecchie ottanta, cento anni. L’auspicio espresso da Violino è che ora, tra queste varietà, “se ne possano individuare alcune che permettano di produrre vino con sufficiente remuneratività, come il Refosco Bianco, il Fumat, il Cividin e la Sagrestana, tra i bianchi, la Pevarina e la Sbuelzina tra i rossi”.
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