Dopo il riconoscimento Unesco per “Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene”, i luoghi dove è nato lo spumante italiano più famoso del mondo guardano al futuro, con tutti i 29 Comuni dell’area coinvolta dal sito Unesco chiamati a sottoscrivere un nuovo disciplinare urbanistico insieme alla Regione Veneto, con il presidente Luca Zaia, che ha sottolineato come questa sia la “partenza di una grande operazione di investimento culturale e identitario sul territorio”. Se ne è discusso, ieri, a Pieve di Soligo, tra istituzioni e produttori.
“La nostra comunità ha dimostrato di trovare soluzioni geniali a partire dalla costituzione della prima Scuola Enologica d’Italia nel 1876 all’intuizione di Antonio Carpené nel saper cogliere la potenzialità del vino Prosecco nel diventare uno spumante, fino alla creazione del Consorzio di Tutela nel 1962 per la promozione e la difesa del Prosecco con l’ottenimento della Denominazione di Origine Controllata, esattamente 50 anni fa - ha sottolineato Innocente Nardi, presidente dell’Associazione temporanea di scopo che ha guidato il percorso del riconoscimento Unesco e del Consorzio del Prosecco Docg - ed in questo percorso di successi si inserisce la candidatura Unesco, partita dal basso, fortemente voluta dal territorio, in particolare dai produttori, dagli operatori del settore, dal mondo accademico. L’obiettivo era valorizzare il nostro patrimonio culturale e paesaggistico evidenziandone gli elementi distintivi che a chi vive qui sembrano scontati, ma al di fuori del territorio se ne riconosce l’unicità. La prova di questo sono i turisti italiani e stranieri che rimangono affascinati e stupiti da tanta inaspettata bellezza”.
Fondamentale, ora, ha ricordato ancora Zaia, affrontare i temi dell’urbanistica e dello sviluppo armonico del territorio: “penso che l’iscrizione Unesco possa essere una grande opportunità anche per riqualificare l’intero territorio rurale. “La mia idea è sempre stata quella di non autorizzare nuove costruzioni per l’ospitalità turistica, ma di valorizzare quanto già esiste. La vera sfida urbanistica sarà catalogare i piccoli immobili rurali presenti e permettere ai loro proprietari di riqualificarli con destinazione turistica. Ricordo che il turismo sarà una delle sfide future, sia sul fronte della sostenibilità e sia della gestione dei flussi”.
D’altronde, come sottolineato dal Soprintendente per l’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso, Vincenzo Tinè, emerge forte, come obiettivo, “l’importanza della valorizzazione del patrimonio artistico-culturale sia nel percorso di candidatura che, ora, nella promozione turistica del sito, anche in un territorio in prevalenza caratterizzato da viticoltura”.
“Il riconoscimento Unesco - ha aggiunto ancora Nardi - è motivo di orgoglio non solo del territorio ma italiano. Un riconoscimento per il paesaggio come espressione culturale di una comunità. Un’ulteriore opportunità questa per i cittadini del territorio di dimostrare la capacità di fare squadra e lavorare per un unico obiettivo: le colline di Conegliano Valdobbiadene dovranno diventare il salotto culturale di un fenomeno che si chiama Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore”.
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