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Il futuro del settore enoico nel report “Principales Tendencias de los Mercados Mundiales del Vino” dell’Oemv: a guidare la crescita saranno Asia e Nord America, i prezzi continueranno a crescere, così come il gap tra premium wine ed entry level

Il settore enoico è e continuerà ad essere redditizio ed economicamente in salute; il livello dei consumi, nei prossimi anni, si manterrà stabile, ma cambierà la geografia, con l’Unione Europea che perderà posizioni a vantaggio di Asia e Nord America; si confermeranno le tendenze globali, con la crescita di sparkling e vini più freschi e leggeri, con una polarizzazione crescente tra un segmento relativamente piccolo di vini premium, classici e di alta qualità, ed uno di maggior quantità, fatto di vini popolari, grazie ai quali il mercato del vino sfuso potrebbe continuare a crescere; l’Europa gode di una posizione predominante nel mondo del vino, nonostante la concorrenza di altri Paesi e di aziende sempre più efficienti, ma deve capire che i consumi stanno cambiando; e, senza dubbio, il vino è legato direttamente, nei suoi consumi, alla cultura ed alla gastronomia europea, è più di un liquido prodotto in un determinato luogo, è parte di un modo di vivere ... che si può esportare; le tendenze nel consumo e nel commercio mondiale di vino influenzeranno la produzione, sia per quanto riguarda le superfici vitate che le rese: è probabile che, nei prossimi anni, diminuiscano le prime e crescano le seconde; i prezzi e, ancora più importante, la redditività per i produttori dipenderà principalmente dall’equilibrio tra domanda ed offerta, e dalla capacità di adattamento della filiera produttiva. Ecco le conclusioni e le previsioni per i prossimi anni dell’ultimo report dell’Oemv - Observatorio Español de Mercado del Vino (www.oemv.es), “Principales Tendencias de los Mercados Mundiales del Vino”, che ha analizzato l’evoluzione dei consumi enoici e dei mercati del mondo negli ultimi anni.

Per quanto riguarda le tendenze generali nei singoli mercati, il report, come detto, prevede una crescita particolarmente rapida in Asia e Nord America, con il mercato Ue stabile, a patto che si consideri anche la Gran Bretagna, con movimenti erratici in altri Paesi europei, a partire dalla Russia, e buone potenzialità nel resto dell’Europa dell’Est, legate però all’evoluzione economica ed alla stabilità politica. Continueranno a crescere anche i Paesi dell’Emisfero Sud, pur partendo da posizioni e volumi relativamente piccoli. Ma cosa si berrà? Innanzitutto, vini più freschi e leggeri, specie bollicine, sulla scia del successo del Prosecco, tallonato da vicino dalla rapida crescita del Cava e dello Champagne, con una crescita del gap tra il segmento alto e quello delle bollicine entry level. Allo stesso modo, si assisterà ad una dinamica simile tra i vini fermi, che avrà ricadute anche sulla forma di trasporto e distribuzione: grandi quantità di vino relativamente economico verranno commercializzate come sfuso, ed imbottigliate direttamente a destinazione, specie se si tratta di Paesi lontani dai luoghi di produzione, ma crescerà anche il commercio di vino sfuso tra Paesi produttori. Anche l’imbottigliato continuerà a crescere, ma ad un ritmo minore in termini quantitativi, con un aumento dei prezzi medi e la conferma della premiumizzazione del segmento.

La produzione enoica mondiale, del resto, non è cambiata poi molto negli ultimi 25 anni, fluttuando tra i 260 ed i 290 milioni di ettolitri l’anno, ma mentre i produttori europei hanno ridotto la produzione media del 9% tra il quadriennio 1991-1995 ed il quadriennio 2011-2015, il Nuovo Mondo è cresciuto del 27%, e questa può continuare ad essere la tendenza per i prossimi anni, se il Vecchio Mondo non si adatta alle tendenze di mercato. Una dinamica che ricalca l’andamento delle superfici vitate, diminuite, nello stesso periodo, del 22% in Europa (a 825.000 ettari), e cresciute del 36% (a 303.000 ettari) nel Nuovo Mondo. Per quanto riguarda le dinamiche di prezzo, invece, la questione essenziale diventa la redditività: tutto sembra spingere, ribadisce il report, verso una scelta strategica di fondo, tra grandi volumi e piccoli margini, commercializzati per lo più sugli scaffali della grande distribuzione, e vini di alta qualità, dall’immagine solida e venduti in canali di distribuzione specializzati, capaci di garantire margini maggiori. La sfida maggiore, in questo senso, sarà per le aziende di medie dimensioni, che hanno costi di produzione elevati, che faranno fatica a competere con entrambe le categorie.

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