02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024
CLASSIFICA

Il Geranium di Copenaghen in vetta alla “50 Best Restaurants” 2022. Cresce l’Italia

La Danimarca si conferma al centro della gastronomia mondiale. Lido 84, Le Calandre, Uliassi, Reale, Piazza Duomo e St. Hubertus al top

È il Geranium di Copenaghen a salire sul gradino più alto della “The World’s 50 Best Restaurants” 2022, edizione n. 20 della classifica sponsorizzata da S.Pellegrino & Acqua Panna, di scena stasera a Londra (qui la diretta video:https://www.youtube.com/watch?v=oiZmmHLPmzo), presentati dalla star di Hollywood Stanley Tucci, ormai “rapito” dal mondo della gastronomia, specie italiana, raccontata nella serie CNN “Searching for Italy”. Un avvicendamento tutto danese, con il n. 2 dell’edizione 2021, guidato dallo chef Rasmus Kofoed, che sale in vetta, dove un anno fa arrivò il Noma di Copenaghen dello chef René Redzepi, al top nell’edizione 2021, che si va ad aggiungere, nel ristretto club dei “Best of The Best”, all’Osteria Francescana di Massimo Bottura e agli altri templi dell’alta cucina mondiale: The Fat Duck, El Bulli, El Celler de Can Roca, The French Laundry e l’Eleven Madison Park. Sul podio anche il “Central” di Lima di chef Virgilio Martinez ed il “Disfrutar” di Barcellona, con un trio ai fornelli: Oriol Castro, Mateu Casañas, Eduard Xatruch.

Cresce, molto, la presenza italiana, non solo nei numeri, ma soprattutto nelle posizioni, con sei ristoranti tutti nei primi 30, e ben due in top ten. Il primo è il Lido 84 dello chef Riccardo Camanini, una stella Michelin a Gardone Riviera, al n. 8, che precede i fratelli chef Raffaele e Massimiliano Alajmo, che animano il tristellato Le Calandre di Rubano, in top ten proprio alla posizione n. 10. Niko Romito, con l’Uliassi di chef Mauro Uliassi, a Senigallia, alla posizione n. 12, e il tristellato Reale di Castel Di Sangro, nel cuore d’Abruzzo, alla posizione n. 15, seguito dal Piazza Duomo di Alba, tempio della cucina di Langa, tre stelle Michelin, condotto in cucina da chef Enrico Crippa, in partnership con la famiglia Ceretto, griffe del Barolo, al numero 19, mentre il St. Hubertus di Norbert Niederkofler, a San Cassiano, sale fino alla posizione n. 29, per la prima volta tra i primi 50 ristoranti al mondo. Detto degli italiani, a completare la top ten, alla posizione n. 4 c’è il Diverxo di Madrid di David Muñoz, alla n. 5 il Pujol di Città del Messico di Enrique Olvera, alla n. 6 l’Asador Etxebarri, a 40 chilometri da Bilbao, di Victor Arguinzoniz, al n. 7 A Casa do Porco, a San Paolo di Jefferson Rueda, e al n. 9 il Quintonil di Città del Messico, guidato da Alejandra Flores e Jorge Vallejo,

Tra i premi speciali, il “Sustainable Restaurant Award” va ad “Aponiente”, dello chef Angel Leon, a Cadice (Spagna), il ristorante di domani, ossia “The one to watch” è invece “AM” di Alexandre Mazzia, a Marsiglia, mentre il “Pastry Chef Award” è andato a René Frank. L’“Art of Hospitality Award” è andato all’“Atomix” di New York, il “Best Female Chef Award” alla chef colombiana Leonor Espinosa ed il “Best Sommelier Award” al mitico Josep Roca, patron de “El Celler de Can Roca”. La scalata più grande, premiata con l’“Highest Climber Award”, è quella del “Nobelhart & Schmutzig” di Berlino, mentre la “Highest New Entry” è per Mauro Uliassi, con il suo Uliassi a Senigallia.

L’“Icon Award” è andato a Wawira Njiru, che, con “Feeding the Future” ed i progetti “Food 4 Education” e “Tap 2 Eat”, ha portato l’educazione alimentare tra i giovani del Kenya, preparando centinaia di migliaia di pasti. Lo “Chef’s Choice Award”, unico premio assegnato dagli chef, è andato al “Quintonil” di Città del Messico. Per la prima volta, sono stati presentati i “Champion of Change”, assegnati a tre progetti solidali legati alla cucina: Dieuveil Malonga con “Chefs in Africa”, Koh Seng Choon con “Dignity Kitchen”, una catena di ristoranti in cui lavorano i ragazzi con disabilità a Singapore e Hong Kong, e Olia Hercules e Alissa Timoshkina per #cookforukraine, il movimento che ha raccolto fondi per i rifugiati dalle guerra in Ucraina.

Focus - La The World’s 50 Best Restaurants

1. Geranium - Copenaghen (Danimarca) Best Restaurant in Europe

2. Central - Lima (Perù) Best Restaurant in South America

3. Disfrutar - Barcellona (Spagna)

4. Diverxo - Madrid (Spagna)

5. Pujol - Città del Messico (Messico) Best Restaurant in North America

6. Asador Etxebarri - Atxondo (Spagna)

7. A Casa do Porco - San Paolo (Brasile)

8. Lido 84 - Gardone Riviera (Italia)

9. Quintonil - Città del Messico (Messico)

10. Le Calandre - Rubano (Italia)

11. Maido - Lima (Perù)

12Uliassi - Senigallia (Italia)

13. Steirereck - Vienna (Austria)

14. Don Julio - Buenos Aires (Argentina)

15Reale - Castel di Sangro (Italia)

16. Elkano - Getaria (Spagna)

17. Nobelhart & Schmutzig - Berlino (Germania)

18. Alchemist - Copenaghen (Danimarca)

19. Piazza Duomo - Alba (Italia)

20. Den - Tokyo (Giappone) Best Restaurant in Asia

21. Mugaritz - San Sebastian (Spagna)

22. Septime - Parigi (Francia)

23. The Jane - Antwerp (Belgio)

24. The Chairman - Hong Kong

25. Frantzén - Stoccolma (Svezia)

26. Restaurant Tim Raue - Berlino (Germania)

27. Hof Van Cleve - Kruishoutem (Belgio)

28. Le Clarence - Parigi (Francia)

29. StHubertus - San Cassiano (Italia)

30. Florilège - Tokyo (Giappone)

31. Arpège - Parigi (Francia)

32. Mayta - Lima (Perù)

33. Atomix - New York (Usa)

34. Hiša Franko - Kobarid (Slovenia)

35. The Clove Club - Londra (Uk)

36. Odette - Singapore

37. Fyn - Città del Capo (Sudafrica) Best Restaurant in Africa

38. Jordnær - Copenaghen (Danimarca)

39. Sorn - Bangkok (Thailandia)

40. Schloss Schauenstein - Fürstenau (Svizzera)

41. La Cime - Osaka (Giappone)

42. Quique Dacosta - Denia (Spagna)

43. Boragò - Santiago (Cile)

44. Le Bernardin - New York (Usa)

45. Narisawa - Tokyo (Giappone)

46. Belcanto - Lisbona (Portogallo)

47. Oteque - Rio de Janeiro (Brasile)

48. Leo - Bogotà (Colombia)

49. Ikoyi - Londra (Uk)

50. SingleThread - Healdsburg (Usa)

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli