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Il Giornale

Vino, la grandeur francese in crisi guarda preoccupata al sorpasso italiano ... che un altro pezzetto dela "grandeur" francese se ne vada assieme al declino della moda e della cucina francese! ... I posti lasciati vuoti sugli scaffali sono stati riempiti dale bottiglie californiane, cilene, sudafricane, australiane: e, perchè no, anche italiane ... "il vino era come la moda francese, uno stereotipo vincente, ma oggi è quello italiano, cone la moda e la cucina, che sono più semplici: il cosnsumatore vuole prodotti per tutti i giorni" afferma Fabio Rizzoli delle trentine cantine MezzaCorona (2100 ettari, dal Trentino alla Sicilia, 150 miliardi all'anno di fatturato) ... "che per il vino ci sia grande euforia lo conferma anche il direttore di Assoenologi, Giuseppe Martelli: "l'euforia c'è, ma per quei vini che il mercato richiede. Ed in ogni caso sul mercato è sempre più vincente chi può presentarsi con un nome noto, basta pensare al Chianti" ... "la Francia ha un'enologia ancorata a certi principi, legata la territorio - spiega Martelli - ... Ed ha anche un'altra forza: la media azienda è di 30 ettari e si trova in zone monoculturali, o fa quello o niente. Da noi l'estensione media è di 1 ettaro: con 30 ettari ti difendi, se ne hai mezzo ettaro chiudi. Questa è la debolezza italiana" ... Per intanto, il vino di qualità piace e fa moda, gli italiano spopolano, ma c'è un altro elemento di debolezza. L'export italiano è concentrato per il 70% in 4 Paesi: Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna e Francia (in quest'ultimo caso sfuso). "E' rischioso - commenta ancora Martelli -bisogna diversificare. Esportiamo in 160 Paesi, ma troppo poco in 156. In Nord Europa, stanno sempre più avvicinandosi al nostro vino, là il consumo è basso, anche in Giappone stiamo crescendo bene". "Bisogna stare attenti - spiega Giancarlo Aneri, imprenditore veronese (il suo Prosecco è nelle migliori carte del mondo) - che la moda del vino italiano non ci si ritorca contro. I prezzi dei rossi stanno salendo troppo, il pericolo è che diventi di moda una bottiglia solo perchè costa centomila lire. Il vino è meglio berlo perchè è buono".
L'export: nel 1991, 1800 miliardi; nel 1992, 1835 miliardi; nel 1993, 2118 miliardi; nel 1994, 2705 miliardi; nel 1995, 3319 miliardi; nel 1996, 3400 miliardi; nel 1997, 3641 miliardi; nel 1998, 4174 miliardi; nel 1999, 4538 miliardi; nel 2000, 4711 miliardi.
Il parere dell'esperto: "è il rinascimento del vino italiano". Mattia Vezzola, enologo, direttore della casa vinicola Bellavista, in Franciacorta, non ha dubbi: "è la prima volta che i francesi ammettono di essere in difficoltà. Prima, quando le vendite cedevano, dicevano che erano fortunati perchè potevano aumentare le scorte". Poi cosa è cambiato ? "Negli anni Cinquanta, i Paesi produttori di buon vino non erano più di dieci, oggi sono 30/40: la competizione si è fatta molto dura. E poi sono le pubblicazioni inglesi a dettare legge sulla qualità: i grandi investitori del settore e le riviste che contano sono anglofone: Wine Spectator dieci anni fa considerava pochi vini americani, oggi sono la metà ...". E l'Italia, come se la cava ? "Molto bene, con una grande viticoltura e di qualità: l'esclusività del nostro Paese è che abbiano il maggior numero di vitigni autoctoni del mondo: non abbiamo bisogno di andarli a cercare altrove. I consumatori si stanno stancando di bere Merlot e Chardonnay, noi arriviamo con un Sagrantino, un Primitivo o cento altre etichette e portiamo novità. Abbiamo una grande cucina ed un grande enologia. La nostra cucina ed i nostri vini vanno bene per tutti i giorni: i cibi sono più digeribili, più leggeri ed i vini hanno qualità ma possono essere bevuti anche se non è un giorno specaile. La cucina ed i vini francesi sono più impegnativi, complicati: ecco perchè noi vinciamo e ci stiamo allargando all'estero, mentre i francesi perdono terreno". Ed il "caro prezzi" in Italia ? "C'è la questione prezzo, ma ci muoviamo bene: per bere un ottimo vino francese di spende il doppio che per uno italiano di pari livello. E poi la qualità costa: poi c'è chi se ne approfitta, ma i vini italiani sono centrati nel rapporto qualità-prezzo.

Il top del bere in Italia
Valutazioni date da 1258 appassionati
di vino sul sito internet winenews.it
Le migliori griffes
1 - Antinori (Firenze, Toscana)
1 - Gaja (Barbaresco, Cuneo)
2 - Incisa della Rocchetta/Sassicaia (Bolgheri, Livorno)
3 - Biondi Santi (Montalcino, Siena)
Le aziende più “trendy”
1 - Planeta (Sambuca, Agrigento)
2 - Caprai (Montefalco, Perugia)
3 - Feudi di San Gregorio (Sorbo Serpico, Avellino)
I territori per gli amanti
1 - Toscana (Chianti, Montalcino, Bolgheri)
2 - Piemonte (Langhe)
3 - Sicilia

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