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Il Giornale

Bernando, l'italiano che fa felici i francesi. Consegnati a Villa Sandi i premi ai migliori sommelier ... Applausi per Enrico Bernardo, Rossana Carbonari e Piero Merlin lunedì a Villa Sandi. Nella Marca Trevigiana, famosa nel mondo anche per il Prosecco, si è celebrato l'atto più effervescente del premio "Innovazione nella Produzione". Promosso dall'Associazione Italiana Sommelier, Presidente Giuseppe Vaccarini, e da Villa Sandi, Presidente Giancarlo Moretti Polegato, Opere Trevigiane, Casa Gheller e La Gioiosa gli altri marchi, totale 17 milioni di bottiglie, si propone di gratificare i più dinamici sommelier under 26. Due record: prima donna premiata e sempre lei, primo premiato che lavora in Italia. Rossana Carbonari, 28 anni a fine mese, lavora dal '98 al Sant'Anna di Como, 031/505266. Bella e sorridente ha strappato un applauso sincero quando le è stato chiesto se i clienti uomini si fidano di lei o divagano: "Gli inizi sono stati impegnativi: parlavo e spiegavo ma loro sembrevano di pensare a chi sa cosa. Col tempo però, ho imparato a farmi ascoltare e rispettare". E' stata poi la volta di Piero Paolo Merlin, 25enne piemontese, cresciuto professionalmente in Svizzera, è tornato in Italia, nel tre stelle Al Sorriso di Sorio (Novara), prima di svoltare: pur mantenendo alcune collaborazioni presso aziende private, per esempio quelle di due principi Alberto di Monaco ed Ernst Von di Hannover, è diventato il responsabile per lo sviluppo del mercato di una sede Partesa, network di distribuzione di bevande. Infine il più atteso. Enrico Bernardo, 26 anni, milanese, un talento di straordinaria qualità. Per due volte secondo al Trophée Ruinart che incorona il miglior sommelier europeo, lo ha vinto quest'anno (e l'applauso è durato un quanrto d'ora). Questo ragazzo tutto equilibrio e buona, concreta educazione, dal marzo 2000 è chef sommelier al Le Cinq dell'Hotel Four Seasons George V di Parigi, tel. 0149527154, un due stelle in predicato di ricevere a marzo la terza. Vaccarini gli ha chiesto cosa sia mai un sommelier e lui ha dato una gran bella risposta:"E' una persona serena, capace di mettersi sempre in discussione, in grado di gestire persone, stress, servizio, acquisti. Uno entusiasta di condividere con altri la propria passione per il vino". La dimensione della sua cantina è da brividi: "Ho un budget di un milione e mezzo di euro, 40.000 bottiglie e 1.500 etichette delle quali 1.150 francesi. E' una realtà viva, in tre anni la cantina gira. Il presso più caro ? Petrus 1959 a 8.000 euro, ne ho due; ho invece esaurito il 1947, tre bottiglie, due consumate in sala una chiamata via room-service. Però ho in carta anche 70 vini a meno di 45 euro e trenta a meno di 30. Vuole sapere cosa? Non le vuole nessuno, almeno non al George V. Ho fatto due calcoli: il 50% del venduto rientra nella fascia tra i 75 e i 130 euro, il 6,2 oltre i 500 euro, il 16 tra i 45 e i 75 euro e un 8 tra 130 e 200 euro". L'Italia è presente con un centinaio di referenze: "Vendo molto bene Barolo e Amarone su selvaggina e tartufo. Dal Forno, per esempio, è perfetto con la lepre alla royal, un piatto di tartufo e foie gras che richiede oltre due giorni di preparazione. Le nostre bollicine? Zero, proprio non interessano, avevo portato con un cartone da sei del miglior Asti e ho impiegato due anni a svuotarlo. I francesi si dividono in due categorie: ci sono gli sciovinisti assoluti, che non escono mai dai confini delle loro vigne, e ci sono pure i curiosi che a volte vogliono sapere cosa sono in grado di produrre altrove. Questi possono così ordinare Sassicaia e Tignanello, lo stranoto. E' tempo perso cercare di incuriosirli con le nostre realtà emergenti, le novità i francesi se le vanno a cercare in casa". Però se le fanno servire da noi...

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