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Il Giornale

Sondaggio - Eletti i vini/mito: bocciato il re Gaja ... Gran bella idea quella che ha avuto il direttore del mensile Civiltà del Bere, Pino Kail, per celebrare i 25 anni della sua rivista: chiedere a 600 addetti ai lavori, 222 gli stranieri, quali bottiglie hanno segnato il rinascimento del vino italiano. Ha spiegato Khail: “Parlo del Rinascimento perchè proprio circa 35 anni fa sono nate le prime Doc. Da quel momento sono cominciate le regole e con le regole la buona produzione e i vini della nuova era. Una rivoluzione cominciata nelle cantine e poi passata nel vigneto”. I vini sono stati suddivisi per lustri, dal 1978 ai giorni nostri. Sei quinquenni, dodici vincitori e tra loro è clamorosa l’assenza dell’italiano più famoso al mondo: Angelo Gaja. Singolare pure notare come la La Revue du vin de France, primo caso nella sua storia, ha dedicato sul numero di aprile un servizio ai migliori vini al mondo, Francia esclusa. L’incipit: “Angelo Gaja incarna agli occhi del mondo intero il vino del Piemonte e forse quello dell’Italia intera”. Vero, ma si vede non per gli esperti di casa nostra. Mi ha scritto Gaja: “Questo commento mi ripaga di non poche amarezze”. L’elenco dei magnifici dodoci non poteva che aprirsi con il Sassicaia, il papà di tutti i SuperTuscans, creato a Bolgheri dal marchese Nicolò Incisa della Rocchetta nella Tenuta San Guido. Fino al ’78 divide il trono con il Vintage Tunina dei Vinnaioli Jermann in Friuli. Nel quinquennio che va dal ’79 all’83 sono stati eletti il Solaia del Marchese Piero Antinori, altra perla delle colline e della piana di Bolgheri, e il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore dei Fratelli Lunelli a Trento, il Metodo Classico italiano pari ai grandi champagne. Nell’84-88 doppietta piemontese con il Bricco dell’Uccellone, il Barberissimo d’Asti di Giacomo Bologna, e il Barolo Monfortino di Giacomo Conterno. Per il 1989/93 Sardegna e Veneto rispettivamente con il Turriga Isola dei Nauraghi di Argiolas, e il Monte Lodoletta, il superbo Amarone della Valpolicella di Romano Dal Forno. Tra il ’94 e il ’98 largo alla Sicilia con lo Chardonnay di Planeta e alla Toscana con il Greppo, il Brunello di Montalcino di Biondi Santi. Siamo ai giorni nostri con il Chianti Classico Riserva Rancia di Felsina e il Mille e una Notte, ancora Sicilia grazie a Josè Rallo di Donnafugata.

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