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Il Giornale

Il meglio di un Vinitaly record. Grandi assaggi: da un primitivo secolare al chinato dell’Oltrepò ... Non so, come afferma Gianni Zonin, se l’ultimo Vinitaly è stato davvero “il migliore degli ultimi vent’anni”, certo che il cavaliere di Gambellara nel Viventino, ombelico di un florido impero del vino, ha ragione quando carica di soddisfazione le sue parole. Si è notata una voglia di fare e un dinamismo che si erano persi, troppa sicurezza e troppi elogi. La crisi di vendita, non di qualità, ha spronato tutti a darsi una mossa e così ecco l’evento veronese registrare 137.000 presenze (di cui 27.000 dall’estero, in rappresentanza di 85 nazioni), con un aumento di visitatori italiani del 5% e di quelli stranieri del 13. Se i Paesi espositori hanno toccato le 32 unità, a livello stampa fa piacere sapere che sono arrivati cronisti da 60 Stati diversi, stupisce piuttosto il loro numero: 2.400! Nemmeno per una finale di Champions. In ogni modo, i responsabili allestiranno il Vinitaly Moscow il 24 giugno, Vinitaly Usa Tour il 26 ottobre a Miami e il 26 a San Francisco, e Vinitaly China dal 24 al 26 novembre. Guai isolarsi, guai crogiolarsi e bearsi. Tanti i vini assaggiati, alcuni dimenticabili, altri buoni, altri ancora ottimi. In lungo fine-settimana a girare per gli stand, magari arrabbiandosi per la mancanza di tranquillità ma il Vinitaly è un po’ come San Siro pieno per una partitona: fossero vuoti, aperti solo agli addetti ai lavori, le squadre e i produttori si ammoscerebbero perché privi di stimoli. Questi i ricordi, casa per casa.

Zonin - Da Monteregio, nel comune di Roccastrada nel Grossetano, ecco il Vermentino di Maremma della tenuta Rocca di Montemassi, uno dei tanti tasselli (dieci tenute in sette regioni) del mosaico firmato cavalier Gianni. Venduto in cantine a 4,80 euro lo si trova in enoteca a meno del doppio, circa 8. Per il gruppo Granbellara si tratta della prima etichetta maremmana.

Zingarelli - Da una zeta all’altra: grande anche l’impegno di Sergio Zingarelli che, a Castellina in Chianti (Siena), ha trasformato Rocca delle Macie, l’hobby del padre italo in una certezza del vino italiano. Oggi le tenute sono sei, quattro nel Chianti e due nell’arca del Morellino di Scansano. Ed è da grossetano che arriva Occhio a vento, il Vermentino 2003 che nel nome ricorda un modo di dire dei marinai delle coste toscane che così chiamano quelle nubi che si attorcigliano su se stesse lasciando passare al loro centro alcuni raggi di sole. Quando capita la giornata volgerà a tempesta ma la pesca sarà splendida. Navigare in www.roccadellemacie.it anche per riscoprire l’offerta agrituristica.

Sopresa - Abituati ai tanti Baroli, chinati che arrivano dalle Langhe, fa specie il Rovo Chinato, un Sangiovese aromatizzato dalla fattoria Poggio Gagliardo a Montescudaio nel Pisano (tel. 0586630661, www.poggiogagliardo.com (forse il sito più spoglio mai ciccato!).

Verticale - E’ piaciuto molto quella proposta dall’azienda Livon di Dolegnano (Udine), 0432757173, www.livon.it, con il Braide Alte, sei annate, dalla 1996 alla 2001 per una delle bandiere di una delle più interessanti case friulane. In questo caso siamo davanti ad un uvaggio di Chardonnay, Sauvignon, Picolt e Moscato giallo inossidabile nel tempo, un bianco stregante, raro caso di bianchissimo a tutto pasto.

Sessanta - Non acini né ettari, trattasi di anni perché sessant’anni è l’età minima che deve avere il vitigno per concorrere alla produzione dello straordinario Primitivo di Manduria doc dei Feudi di San Marzano, la novità che arriva da San Marzano in provincia di Taranto, tel. 085/9067388, www.feudisanmarzano.it. Elegante nella sua essenzialità la bottiglia per un rosso di razza, da palati forti e meditazioni intense. Prima annata pronta a maggio, in enoteca a 10,50 euro, un ottimo rapporto qualità/piacere/prezzo, si anche piacere perché non basta pagare poco, conta anche godere molto.

Breccia - Lo è da alcuni anni la casa dal nome all’apparenza più improbabile: la Velenosi Vini di Ascoli Piceno, tel. 0736/341218, www.velenosivini.com. Nella Bolgheri dell’Adriatico, Angela Velenosi propone sia bottiglie internazionali, provare il Reve, uno Chadonnay in barrique, sia autoctoni come il Brecciarolo che con il millesimo 2001 indossa una nuova etichetta, nuova per un uvaggio di Montepulciano 70% e Sangiovese 30%, in vendita a 9 euro.

Milano - Anche la Madonnina ha il suo vino grazie alle colline di San Colombano a Lambro dove Carlo Pietrasanta, tel. 0371/201168, propone tre Riserve che è sciocco ignorare solo perché non è una zona dalla fama altisonante. Tre le riserve: Pinot Nero di purezza, San Colombano, un uvaggio di Croatina, Barbera e Merlot, e Rosso della Costa ovvero Merlot, Cabernet e Croatina.
Oltrepò - Bisogna scommettere su questa fetta di terra pavese. Il nuovo direttore del Consorzio, Alberto Panont, ha deciso di puntare sul Pinot Nero per legare questa terra all’uva che meglio la sa interpretare. Non sono: dieci produttori danno vita a Inoltre, 0385/756280, pool di qualità dove ognuno è sé stesso, ma tutti avanzano sulla stessa direzione. Provare di Franco Pellegrini a Canneto Pavese 0385/88305, la Passione Rossa, intrigante Buttafuoco chinato. (arretrato de "Il Giornale" dell'11 aprile 2004)

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