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Il Giornale

L’enoturismo suona la carica. L’Italia s’affida alla gola per recuperare i due milioni di turisti persi ... Tra le pagine di un pregevole saggio uscito per Il Mulino c’è nascosto il perché del successo dell’enogastronomia come nuova calamita di turisti. Soprattutto stranieri. Ne la filosofia in cucina si dà conto di come soltanto da Aristotele in poi si cominciò a considerare separati i sensi alti (vista e udito) e i sensi bassi (olfatto, gusto e tatto) e che la dicotomia tra Gusto (con la g maiuscola, quello estetico) e gusto (con la g minuscola, quello organolettico) è roba medievale, prima nessuno si sognava di ritenere che una zuppa non valesse un quadro. Anzi spesso una mensa valeva bene una messa in opera. C’è in questa concezione epicurea (Epicureo, al contrario di quanto si crede, era morigerato assai nel cibo e soprattutto nel vino) qualcosa che si intreccia con la damnatio gola di cattolica impostazione, come se il piacere corporale del cibo avesse un che di luciferino, mentre l’estasi d’arte partecipasse del divino.
Fortunatamente i valori con cui ci guardiamo intorno cambiano e pare che all’inizio del terzo millennio si possa di nuovo celebrare la gloria dei sensi. Complessivamente; come raccomandava Stendhal, il quale si faceva prendere dalle smanie contemplando il bello, ma nei suoi diari di viaggio non manca di raccomandare indirizzi del buono. Insomma viaggio cibo-arte hanno condiviso in Italia da sempre il letto coniugale delle meraviglie, un’unione felice che fa felici. A dircelo sono i sondaggi che registrano arte e cibo come le due vere ragioni per le quali uno straniero viene in Italia e se il bello è la prima attrattiva il buono è il maggior motivo di soddisfazione.

Nella settimana in cui si apre a Milano la Bit, la Borsa internazionale del turismo, con le pagelle della nostra ospitalità tutto in rosso - siamo precipitati al quarto posto in Europa, nel mondo abbiamo solo la settima posizione, due milioni sono i turisti che hanno disertato e per un settore che vale a occhio e croce 15 punti del Pil non è una bazzecola - c’è chi finalmente ha deciso di attaccarsi con decisione al tram dei desideri enogastronomici.

Ma anche qui non è tutto oro quello che riluce perché si sono cercate delle scorciatoie spesso perniciose spacciando per territoriale un prodotto industriale, travestendo garage da agriturismo, inventandosi Strade del Vino e Strade dei Sapori inesistenti. E il mercato ha fatto come al solito da censore. Sarà lo scoop della Bit il pacchetto Capolavori dei Sensi che l’Apt di Siena, guidata da Fiorenza Guerranti che ha in Luigina Benci una spalla validissima, lancia nella rassegna milanese. E’ il primo progetto organico di rimettere insieme arte e arte del vivere in tre itinerari che sono scanditi dalla degustazione delle opere d’arte e dall’ammirazione delle opere degli artigiani enogastonomici. Si snodano il primo interamente in Siena e ha per tappe cospicue il Duomo, i Musei, la Pinacoteca dove saranno organizzate presentazioni dei prodotti senesi a cominciare dal Panforte dolce coevo con le meraviglie pittoriche di Duccio di Boninsegna. Il secondo itinerario punta sulla Val d’Elsa per scoprire Vernaccia, salumi di Cinta e zafferano insieme a Pinturicchio, Simone Martini e Piero della Francesca. Il terzo spazia dalla Val d’ Orcia alle Crete per raccontarci Brunello e Nobile, pecorino e pane insieme con i maggior pittori del 400 toscano.

La novità sta nel fatto di rendere organico il percorso d’arte e quello dei sapori e del resto è una progettualità delle eccellenze che a Siena già si è sostanziata con il nuovo programma dell’Enoteca Italiana (che fa cultura del vino) e della Fondazione Qualivita (che fa cultura delle Denominazioni europee) in strettissimo rapporto, con il territorio e le sue attrattive, Flavio Tattarini - che ora presiede l’Enoteca Italiana ma che da onorevole fu il papà della legge sulle Strade del Vino - sintetizza: “Non c’è buono senza bello, ma anche il bello deve avere sapore”. Esattamente quello che in maniera empirica è successo da anni a Montefalco, in Umbria, dove la Fondazione Agnelli ha classificato l’enoturismo di quella zona come un fenomeno unico perché ha prodotto la saldatura di un grande vino, il Sagrantino, con un territorio d’eccellenza, incarnato neglii affreschi di Benozzo Gozzoli. Marco Caprai che è stato l’artefice di questo distretto del bello e del buono e che ha in progetto di lanciare Sagrantino World, sostiene che “il turista va cercando nel vino la sintesi del territorio, ma bisogna fargli degustare il territorio perché il vino gli divenga memorabile”.

Sulla scorta di questa rivoluzione dell’enogastronomia, ecco che comincia a prendere forma un Grand Tour del Gusto. Le tappe sono le Langhe, l’Oltrepò, il Chianti, la Costiera Amalfitana, Palermo e dintorni. Ma accanto a queste mete diventate classiche ne emergono altre. E’ il caso di Parma che ha aperto due musei a Langhirano per celebrare il Prosciutto e il Salame di Felino dove il prodotto gastronomico è raccontato esattamente come un’opera d’arte. E in tutta l’Emilia Romagna le 14 strade dei vini e dei Sapori sono altrettanti nuovi antichi itinerari turistici. E’ il caso dell’Anconetano dove l’assessore provinciale Raffaele Buciarelli sta lavorando a un progetto per rilanciare sia il pescaturismo quanto le Terre del Verdicchio, a Macerata la Camera di Commercio, guidata da Giuliano Bianchi, si inventa la riproposizione della cultura del maiale e dei luoghi d’arte rurale per fare spazio al Ciauscolo, salame da spalmare, già diventato protagonista degli aperitivi alla moda di Milano.

Dal 12 la Bit a Milano

Il turimo enogastronomico è uno dei temi centrali della Bit, dal 12 al 15 febbraio, alla Fiera di Milano. Il pubblico ha accesso ai padiglioni dove sono rappresentati oltre 100 Paesi oltre a tutta l’offerta turistica nazionale, nella prima giornata dalle 10 alle 18, biglietto d’ingresso a 15 Euro.

I principali appuntamenti enogastronomici alla Bit sono rappresentati dallo stand Città del Vino, dalle iniziative che ogni singola regione, in primis Emilia Romagna e Toscana lancia nei propri stand.

Ma anche molti Paesi, come Spagna, Francia e Sudafrica, allestiscono spazi tutti loro. Per sapere tutto ecco www.expocities.it. Per documentarsi sulla proposta di Siena www.terresiena.it, per il Sagrantino www.stradadelsagrantino.it e per i musei di Parma www.parma-turismi.it.

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