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Il Giornale

Alla cena dell’eccellenza ha trionfato l’Ornellaia…I fratelli Alessandro e Massimiliano Torcoli, rispettivamente caporedattore e collaboratore marketing del mensile Civiltà del Bere, hanno replicato per la terza volta la Cena dell’eccellenza, nei bicchieri i migliori vini in base alle guide. Appuntamento così il 25 febbraio all’Osteria del Riccio a Sesto San Giovanni, due salette defilate rispetto a Viale Ercole Marelli, il prosieguo del milanese viale Monza. Aperta nel maggio 1999, ne è chef e patron Mario Lezzolli, in sale in cantina sua moglie Luciana Bonavetti. Due tavoli, una vetrina di persone, tutte con un palato educato al vino ma senza isterismi da primedonne. Atmosfera insomma da amici in libera uscita. Il menù era stato studiato per reggere il vigore di nove rossi di razza: simpatico Soté di fegatini in cialda di grana, ottimo Risotto con verza rossa e taleggio, corretto Filetto di manzo con porcini e castagne, superba selezione finale di pecorini di Pienza. Tutto passato però in secondo piano perché per una volta si è andati al ristorante soprattutto per bere e non per mangiare. Sono stati via via serviti, a etichette scoperte, in San Leonardo Igt Vigneti delle dolomiti; il Sassicaia Tenuta San Guido; l’Asinone Nobile di Montepulciano Poliziano; il Rabaja Barbaresco Rocca Bruno; il Sagrantino 25 anni di Caprai; il Basilisco Aglianico del Vulture; il Turrita Argiolas (unico 2000 in una cucciolata 2001); Ornellaia Bolgheri Rosso e infine Masseto Tenuta dell’Ornellaia. La cena si è poi conclusa con un pensiero a sorpresa di Luca Castelletti, proprietario dell'Enoteca Al Ponte a Ponte San Pietro in provincia di Bergamo, 035/611428. Si è trattato di Ora da Re vendemmia 1932, un vino liquoroso ritrovato nel 1985 in botti dimenticate in una cantina murata del Feudo di Mazzaronello in provincia di Ragusa. In sostanza è una Marsala da uve Cerasuolo, vitigno che però non è contemplato dall’attuale disciplinare. Ma chissenefrega. Ora da Re ha regalato brividi.
Quanto alla degustazione dei magnifici nove, ogni commensale alla fine ha indicato il suo podio. Vi sono saliti tutti, chi spesso e chi quasi mai. Più di tutti tre vini: sul gradino più basso l’Asinone di Poliziano, quello intermedio il Masseto e sul più alto, per appena un punto in più, l'Ornellaia, due fuoriclasse della stessa cantina di Bolgheri. C’è una morale? Sì: al bar possiamo raccontarsi tutto e il contrario di tutto, ma se da diversi anni questi due vini dominano le classifiche ovunque nel mondo, non sarà solo per fortuna.

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