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Il Giornale

L’ultima moda del vino è gustarlo nel bicchiere nero. Verona, via al Vinitaly. La novità: il vetro colorato serve ad esaltare il sapore senza influenza del colore…
Da domani a Verona inizia il Vinitaly e si comincia a stappare. Vini dall’Italia e dal mondo e tanti bicchieri per contenerli a migliaia per dar da bere a tutti.
Ma quale bicchiere? Ogni vino richiede il suo e non sono ammessi errori o pressappochismi. Prima ancora di scegliere quale bottiglia abbinare ai tortellini in brodo o al patè è stato fatto, la Bonarda sul cacciucco, bisogna scegliere il bicchiere giusto, possibilmente di cristallo, a gambo corto o lungo, panciuto o più esile ma rigorosamente bianco e trasparente senza svolazzi, incisioni o altre amenità che distraggono dalla degustazione e tarpino le ali al vino.
Non si tratta di un vezzo da intenditori, bensì di una esigenza precisa del palato perché forma e dimensioni del bicchiere determinano il modo di sprigionarsi dei profumi, la percezione dei sentori fruttati e floreali che tendono infatti ad uscire dal bicchiere prima di quelli minerali e alcolici. E questa diffusa cultura del bere che ha cambiato il mercato: passati i tempi dei bicchieri stile «mantella», in commercio ci sono almeno una ventina di tipi e forme diverse in mezzo a cui c’è il rischio di perdersi.
Lunghi corti, alti o larghissimi enormi o sottili per accompagnare qualsiasi tipo d vino. Il più singolare e moderno, è quello scuro e opaco, usato per la degustazione alla cieca, in genere riservato ai veri intenditori che preferiscono degustare il vino senza essere influenzati dal suo colore.
Entrando però nel dettaglio, vediamo che i vini bianchi richiedono bicchieri a «tulipano» di dimensioni limitate e con una bocca non troppo grande che trasmetta al meglio le sensazioni volatili quali la freschezza e i sentori di fiori e frutta. Questa tipologia si adatta bene anche alle «bollicine» e consente di osservare bene l’effervescenza dello spumante facilitando una dispersione graduale del suo delicato profumo. L’ideale, comunque, è il bicchiere «dedicato» magari quello adottato ufficialmente dal consorzio della Franciacorta, con lo stemma rosso stampato sulla base. In mancanza di questi, si può andare anche al vecchio flut.
Veniamo ai rossi. Quelli giovani e di pronta beva si degustano in bicchieri simili a quelli previsti per i bianchi, ma leggermente più grandi di questi ultimi per la particolarità delle sensazioni olfattive, fiori e frutta rossa, e la presenza di tannini. I vini rossi di grande invecchiamento, caratterizzati da profumi complessi, richiedono invece bicchieri più panciuti con un'ampia superficie di base che consenta una maggiore ossigenazione e lo sviluppo dei profumi per un migliore apprezzamento del bouquet.
Qualcuno sorride ironico di fronte a certi bicchieri grandi come vasi da fiori ma bere uno sforzato in qualcosa di diverso è quasi impensabile. E gli spumanti dolci, compresi moscati? Prediligono bicchieri con un’impostazione a coppa, una forma che permette di fare diffondere prontamente la loro aromacità.
Quale sia la forma, ogni bicchiere deve comunque essere perfettamente pulito, senza risidui di calcare il lavaggio deve essere fatto a mano,con acqua caldissima senza detersivo e mai in lavastoviglie. Per non rovinarli naturalmente.


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