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Il Giornale

La crociata anti alcol fa litigare i ministri… Si apre il Vinitaly, edizione numero 39, e il governo si spacca sul vino. La sfida all’ultimo bicchiere è tra Girolamo Sirchia, assente a Verona, ministro della Sanità, accusato dal mondo della tavola e delle botti di avere una visione talebana in materia di piaceri, e Gianni Alemanno, applauditissimo ministro delle Politiche Agricole, presente invece tra i padiglioni della fiera veronese, rapido a muoversi da stand a stand come un’ape da fiore a fiore. A quello di Rocca delle Macie è stato fotografato con Paolo Rossi, il pablito del Mundial ’82, che ora ha scoperto una vena vignaiuola, al convegno su vino e salute, promosso da Coldiretti e associazione Città del vino, ha colpito e affondato un’iniziativa del suo collega Sirchia.
Non capita tutti i gironi di sentire un politico che ricopre ruoli di peso definire “sciocco opuscolo” un libretto promosso da un rappresentante del suo stesso consiglio dei ministri, pure se An è Alemanno e area forzista il medico che a stecchetto vuole mettere l’Italia intera. Il fatto è semplice: il 21 aprile partirà una campagna del ministero della Sanità contro l’abuso di alcolici.
L’idea motrice è sacra e santa, chi può essere a favore dell’alcolismo? Giusto gli spacciatori di bottiglioni di similvino bianco, rosso o rosato. Ma il mondo del vino italiano teme che Sirchia non faccia differenza tra il vino di qualità consumato per piacere e il dramma di chi è alcolizzato e stanghi tutti, arrivando un giorno a far scrivere sulle etichette di Barolo o di Brunello “l’Alcol uccide” piuttosto che “il vino fa venire la cirrosi”. Alemanno duro: “parlerò con il ministro Sirchia e lo pregherò di non mettere in diffusione questo opuscolo”. Per Alemanno e il partito di Bacco; nelle pagine sarebbe scritto che il semplice consumo di pochi sorsi, roba di grammi, di bevande alcoliche produrrebbero gravi e irreparabili danni all’organismo.
Lontano da Verona, Sirchia faceva sapere di non avere intenzione alcuna di demonizzare il mondovino verde, bianco o rosso, di non sognare una riedizione italiana del proibizionismo statunitense. Sarà vero ma tra gli stand del Vinitaly non gli credono. Ben altro indice di gradimento per Alemanno che a metà pomeriggio annunciava che la versione on-line “dell’opuscolo è stato oscurato dal sito del governo un’ora fa per non ingenerare confusione. Il mio ministero sul tema è mobilitato”. E quello guidato da Sirchia pure.
Dalla sanità a Roma facevano infatti sapere che non ci saranno parole stampate, bensì spot televisivi, interventi radiofonici, manifesti. In serata, poi, il chiarimento, comunicato da Alemanno: “Ho ricevuto una telefonata dal ministro Sirchia che mi ha chiarito che la campagna sul consumo di alcolici, che sarà lanciata dal ministero della salute il 21 aprile prossimo, riguarda esclusivamente la lotta al consumo di alcol per i minori di 16 anni”.
Per fortuna al Vinitaly si parla anche di vino in positivo. Cifre record: 4.210 espositori (+163 rispetto al 2004) e un export in crescita, 2.487 milioni di euro l’anno scorso, + 5% in valore e + 6 in quantità, anche se le nostre bottiglie sono assorbite per il 50% da appena due nazioni, Germania e Stati Uniti. Non è insomma universale come da secoli quello francese. E ancora i premi tributati dalla stessa fiera, alle cantine Lungarotti di Forgiano in Umbria e ad Alexander Payne,m il regista di Sideways. E in un altro padiglione esso l’enoteca italiana, presidente Flavio Tattarini, accogliere Fabiano Guatteri e Alberto Dragone delle edizioni Gribaudo per illustrare I Grandi Libri del Vino, collana a tutta uva che da mercoledì scorso il Giornale mette in vendita per completare il successo che da febbraio arride alla Grande Cucina Italiana, ricettari in uscita ogni martedì. Il vino, e non più volo il cibo, perché a tavola il piacere è completo quando a un signor piatto uniamo un buon vino. Guatteri ha il raro dono, per un esperto, di esprimersi con parole chiare e pochi paludamenti come al suo opposto troppi esperti. “E’ vero che ci sono abbinamenti logici, ma è tempo che nello sposare cibi e vini si tenga pure conto della situazione in cui uno si trova perché se sono a cena con amici su una terrazza vistamare in Sicilia e a tutti va di bere un vino dolce su un pesce al forno, chissenefrega: lo si beva se questo provoca un motto di piacere diffuso. Gli esperti devono essere seri, ma non devono infastidire, quando si mettono a elencare i retrogusti che dicono di scoprire in un rosso sembrano dei ragionieri alle prese con bilanci e partite doppie: che palle”.

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