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Il Giornale

Nuovi buchi nel codice: il bluff del palloncino per non pagare le multe ... Quella che all’inizio del 2007 era stata annunciata come una grande offensiva destinata a rendere più sicure le strade italiane, con una serie di interventi d’urgenza, rischia di essere un’arma spuntata, quindi inefficace. Nel decreto sulla sicurezza appena varato ci sono crepe che ne minano le fondamenta: il primo punto critico è proprio la formula del decreto legge, che per natura rischia di avere una validità limitata. Se entro 60 giorni dalla pubblicazione gli articoli non saranno convertiti in legge, infatti, tutto decade e si torna al 3 di agosto. Con in più un possibile contenzioso da dirimere. Se si esclude la precarietà dell’intervento, sono comunque altri e più gravi i motivi di perplessità sull’efficacia del provvedimento.
A preoccupare sono le misure legate alla guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Era infatti stata promessa una tolleranza zero nei confronti di chi è responsabile di incidenti gravi in condizioni psicofisiche alterate, ma la realtà è completamente diversa. Non c’è traccia dell’annunciata revoca a vita della patente per chi è responsabile di un incidente grave dopo avere assunto alcol o droghe. Questa misura è presa solo nei confronti dei professionisti del trasporto, camionisti e autisti di autobus, ma per l’automobilista qualunque è prevista solo in caso di recidiva. Sono previste sanzioni e sospensioni della patente, con la possibilità di arrivare all’arresto fino a sei mesi, ma difficilmente si ricorrerà a quest’ultima soluzione, visto che il decreto prevede sempre la possibilità di convertire la reclusione in un’attività sociale gratuita, le cui caratteristiche non sono specificate. Ma soprattutto la guida in stato di ebbrezza in caso di incidente con morti o feriti gravi resta una pena accessoria: il trasferimento dal Codice della Strada a quello Penale avrebbe potuto trasformarla in reato, punibile direttamente, senza l’obbligo della denuncia. Senza dimenticare un altro limite importante: con le nuove norme, un guidatore può di fatto sottrarsi al controllo del “palloncino”. Chi viene fermato, infatti, deve essere in grado di soffiare l’etilometro: basta dire di avere un malore o un dolore per dimostrare di non riuscire a farlo. D
opo due tentativi falliti, il test non si può più ripetere. E allora addio arresto: è già accaduto a Torino, dove la procura ha dovuto prendere atto dell’“accertamento incompleto”. Poi c’è il resto. A cominciare dalle norme che fissano le limitazioni per i neopatentati. Il rapporto peso/potenza per chi guida un’auto, 50 kw per tonnellata, fa riferimento alla tara, un valore che non rientra tra quelli presenti obbligatoriamente sulla carta di circolazione. Quindi l’elenco delle auto guidabili o meno sarà da redigere. Le norme poi non entreranno in vigore prima del 4 febbraio 2008, 180 giorni dopo la pubblicazione del decreto: i diciottenni che fino a quella data entreranno in possesso di una patente saranno invece liberi di andare oltre. Per non parlare dell’obbligo fatto ai titolari e gestori di locali che vendono alcolici di esporre una tabella che evidenzi le quantità di bevande più comuni che possano determinare il superamento del tasso alcolemico di 0,5 grammi per litro. Ma oggi con il decreto in vigore, la tabella non esiste: deve essere fornita dal ministero della Salute, ma ci vorranno sei mesi.

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