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Il Giornale

Confagricoltura:
“Il governo confermi
gli sgravi al settore” ... Federico Vecchioni,
presidente di
Confagricoltura, nel dl sulla
manovra triennale è saltata
la proroga dell’Irap all’
1,9% e la riduzione del prelievo
fiscale e contributivo
per le aree svantaggiate.

“In questo momento siamo al
fianco del ministro dell’Agricoltura
Zaia in difesa
del pacchetto fiscale e previdenziale
per il nostro settore.
Il rischio di un incremento
delle tasse per gli imprenditori
agricoli è reale e determinerebbe
una perdita di
competitività in un momento
difficile”

Il presidente Berlusconi
ha promesso di intervenire.

“Oggi siamo nella condizione
di ritenere che il presidente
Berlusconi sia attento al
nostro settore. Pensiamo,
tuttavia, che nel maxiemendamento
ci sia lo spazio per
confermare il regime di proroga
delle agevolazioni. Rimandare
il discorso alla Finanziaria
di settembre comporta
pure il rischio che i saldi
di bilancio non consentano
di intervenire”.

Che cosa succederebbe
se le vostre richieste non venissero
esaudite?

“Siamo pronti alla mobilitazione
nazionale della nostra
categoria. È una misura
estrema alla quale non siamo
abituati. Ma bisogna ricordarsi
che il regime Irap
all’1,9% non è un’agevolazione
ma racchiude in sé il
gettito prodotto
dalle varie imposte
che precedentemente
gravavano
sul nostro settore
”.

Quali sarebbero
le maggiori penalizzazioni?
“La cancellazione
di questo regime
aumenterebbe il costo
del lavoro nelle zone montane
svantaggiate. Inoltre si inciderebbe
negativamente su
un settore che utilizza molto
il lavoro stagionale e a tempo
determinato”.

Al vertice Wto di Ginevra
del 21 luglio prossimo Francia,
Irlanda e Italia sono determinate
a non sottoscrivere
un accordo al ribasso
per l’agricoltura europea.

“Siamo sulle posizioni del
sottosegretario Urso e dei
ministri Scajola e Zaia. Non
possiamo concedere
un’apertura totale quando
ancora ieri si tentava di far
passare come prodotti tropicali
il riso e l’ortofrutta quando
siamo in difficoltà con
Brasile e Cina nell’export di
prodotti lattiero-caseari. Allo
stesso modo, l’industria
meccanica non porta a casa
nulla”.

I commissari Ue Mandelson
e Fischer-Boel devono
chiedere un’altra pausa di
riflessione per la sottoscrizione
degli accordi di
Doha?

“Mandelson ha spalancato
le porte dell’Europa seguendo
un indirizzo politico
che va al di là del mandato
dei Paesi Ue. Le organizzazioni
professionali agricole
europee hanno calcolato
che l’ok all’accordo procurerebbe
una perdita di 30 miliardi
l’anno per il settore
primario con una riduzione
delle entrate degli agricoltori
del 25% e una perdita di
500mila posti di lavoro”.

La situazione economica
globale è critica, la stagnazione
dei consumi colpisce
anche i beni di prima necessità.
Che cosa può fare il settore
agricolo?

“Non è descrivendo la crisi
che potremo superarla.
L’Italia non è gli Stati Uniti:
il sistema bancario è solido e
le famiglie sono meno indebitate.
Ci sono le condizioni
per operare bene, sta alla
classe dirigente saperle cogliere
”.

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