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Il Giornale

Mantovani: “Risultati positivi dalla nostra linea di azione” ... Il direttore generale: “Abbiamo accelerato sull’internazionalizzazione e ampliato la gamma dei servizi”. Il potenziamento delle infrastrutture... La crisi non fa paura a Veronafiere, che conferma gli impegni del piano di sviluppo industriale forte di un risultato di bilancio oltre le aspettative con ricavi superiori a 88 milioni di euro, in aumento del 20% sul 2007 e del 32% sulla stagione 2005 comparabile per tipo di manifestazioni. Prosegue così il corposo programma di investimenti che prevede, accanto al lancio di nuove rassegne e al consolidamento dell’attività internazionale, l’ampliamento delle infrastrutture del quartiere e dei parcheggi per una spesa di 40 milioni di euro da qui al 2011.

Una cifra che si aggiunge agli oltre 76 milioni già investiti nel quinquennio precedente, 7 dei quali per il nuovo padiglione 1: 3.400 metri quadrati con una copertura a pannelli fotovoltaici di circa 2mila, pronto in occasione del prossimo Vinitaly. “Il periodo che si apre - dice Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere - si annuncia difficile, ma la politica seguita in questi anni e il modo di fare fiera che ci distingue continueranno a dare risultati positivi”. Come i numeri del 2008, che segnano un exploit del Mol, in crescita sul 2005 del 16,5% a 15 milioni, metà dei quali ascritti all’utile ante-imposte che aumenta del 20 percento.

Dottor Mantovani, come spiegare una redditività 10 punti oltre il budget del piano industriale?

“In primo luogo con ta l’essere organizzatori diretti (per più della metà delle oltre 35 rassegne in calendario ogni anno, ndr) e quindi mantenere in azienda un saldo presidio delle competenze di mercato. Tanto più che il mestiere di organizzatore di eventi fieristici è oggi molto più complesso che nel passato, siam per l’accesa concorrenza, sia perché il cliente è divenuto più esigente, concentrandosi sulle manifestazioni che portano ritorno commerciali effettivi. Inoltre, abbiamo spinto sull’acceleratore dell’internazionalizzazione in tutti i comparti della nostra attività, iniziando 10 anni fa con il tour mondiale di Vinitaly e, poi, abbiamo ampliato la gamma dei servizi.

In quale direzione?

Apportando facility e servizi organizzativi di cui i clienti possono necessitare in fiera: dall’allestimento degli stand a operazioni più complesse di marketing diretto e a iniziative riguardanti la realizzazione di eventi che l’espositore qualche tempo fa avrebbe sviluppato direttamente o affidato a società esterne. Si tratta, quindi, di un complesso di servizi che aumenta il valore del nostro business”.

Il pacchetto anticrisi del governo stanzia 7,5 milioni di euro nel triennio 2009-2011 per le infrastture di mobilità attorno al quartiere: come saranno impiegati?

Innanzitutto per l’ampliamento del sistema dei parcheggi, problema comune ai grandi quartieri a ridosso del centro cittadino. Da un lato è un indubbio punto di forza, perché espositori e visitatori possono godere delle ricchezze di Verona, culturali e ricreative; dall’altro, però, bisogna fare i conti con trasporti in gran parte su quattro ruote”.

L’auspicio è che l’attesa Altavelocità e Alitalia, con più collegamenti sul Catullo, facciano la loro parte?

“E così, pur essendo già soddisfatti delle presenze estere. Il tasso di internazionalità delle nostre manifestazioni è elevato, con punte di eccellenza per il Vinitaly, che registra 45 mila visitatori stranieri sui 110 mila operatori in fiera e Marmomacc con il 45% di presenze internazionali”.

Verona dispone di un quartiere di taglia media in Europa cosa invidia ai maggiori concorrenti continentali?

“Soltanto un po’ di sistema territoriale: giungere in un luogo e percepirlo fortemente partecipe degli eventi fieristici garantisce a espositori e visitatori un sicuro valore aggiunto. La nostra è una città molto apprezzata, ma la sinergia con la fiera può dare ancora di più. Va rimarcato l’indotto generato dal quartiere: l’anno scorso Verona ha agito da volano per oltre 1350 milioni nel Veneto”.

Puntate a un ulteriore sviluppo dimensionale?

“No, anche perché l’Italia già presenta un’offerta di spazi espositivi espositivi in eccesso. Contiamo su 150 mila metri quadrati lordi coperti e altri 106mila scoperti, necessari e sufficienti per le nostre “fiere in movimento”: spazi aperti essenziali perché gli espositori Samoter, Marmomacc, Fieragricola e Fieracavalii possano mostrare sul campo il loro meglio. Continuiamo a investire per rendere il quartiere più bello, ricco, accogliente e funzionale, anche con servizi come la copertura wi-fi, oggi estesa all’intera struttura”.

Nuove alleanze all’orizzonte?

“Ci sono molti contatti,tra i quali Parma per l’alimentare, un compatto in cui rappresentiamo oltre il 40% dell’affetta fieristica. Qui sentiamo viva la responsabilità di muoverci all’estero come sistema”.

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