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Il Giornale

Chi beve (poco) è più sano e diventa anche più ricco ... E così avete di nuovo esagerato un po’ con il bere e alzato troppo il gomito. Ora, in un tentativo di redenzione, vi siete proposti, per il 2009, di eliminare gli alcolici. Un obiettivo giudizioso, non è vero?
Pensateci un po’. Se gli eccessi nel bere alcol sono indubbiamente dannosi e privi di senso, per la maggior parte della gente bere con moderazione è comunque molto meglio che doversene privare del tutto. Ci sono dei benefici tangibili che si riflettono positivamente sulla nostra salute, sul nostro lavoro e sulla nostra felicità. E questi benefici non sono rilevabili soltanto a livello personale, perché, per quanto possa suonare strano, coloro che bevono alcolici con moderazione sono persino più filantropi di quelli che non bevono affatto.
Gli effetti salutari del bere con moderazione sono ben noti e documentati. Gli studi condotti su questo argomento confermano che un drink al giorno fa abbassare il rischio di malattie cardiache fino al 40%. E spingendosi ancora più in là alcune ricerche hanno dimostrato che assumere alcolici con moderazione protegge contro il diabete di tipo 2, riduce i rischi di ictus, e diminuisce le probabilità di formazione di calcoli biliari. In maniera ancor più provocatoria, alcuni ricercatori si dicono convinti che l’alcol riesca perfino a diminuire i rischi di contrarre la demenza senile.
I bevitori moderati si sentono in condizioni di salute migliori dei non bevitori. Secondo un’indagine effettuata nel 2008 dall’istituto di ricerca Gallup su 1.200 americani adulti, il 33% di coloro che sono soliti bere (ma non più di uno o due bicchieri per ogni occasione) si definiscono “in ottima salute”. Gli astemi che fanno la stessa affermazione sono il 29%, mentre la percentuale si riduce al 19% nel caso di chi dichiara di bere quattro o più bicchieri.

Inoltre, i bevitori moderati sono più ricchi degli astemi. Nel 2001 la Commissione di ricerca per le dinamiche del reddito dell’Università del Michigan ha accertato che il bevitore medio che consuma una bevanda alcolica e mezzo al giorno, o meno, dichiarava un reddito medio di 49.000 dollari contro un reddito medio di 36.000 dollari dichiarato dagli astemi. Tra due persone adulte identiche per tipo e titolo di studio, età, stato di famiglia, razza e religione, di cui la prima è solita bere uno o due bicchieri alla sera dopo il lavoro, e la seconda è completamente astemia, quella che beve tendenzialmente gode quasi di un “bonus-bevitore” che fa salire il suo reddito del 10% rispetto all’altra.

I dati statistici dimostrano che il reddito medio cresce con il consumo di alcol solo fino a un certo punto, dopodiché inizia gradualmente a diminuire quando si entra nella fascia del bere “pesante”. Il livello “ottimale” del bere - cioè il punto in cui il reddito medio raggiunge il livello massimo - è di 2,6 bicchieri al giorno per gli uomini, e di 1,5 per le donne. Si noti tuttavia che, se si va al di là di un livello moderato, il reddito scende rapidamente. Con cinque bevande alcoliche al giorno un uomo guadagna mediamente il 21% in meno rispetto al reddito massimo, e una donna, con le stesse quantità di alcol, addirittura il 65% in meno di quanto guadagnerebbe se bevesse solo 1,5 bicchieri al giorno.

Dire che bere e reddito sono positivamente correlati (fino a un certo punto) è una cosa. Altro è affermare che il bere da luogo a una maggiore capacità di guadagno, cosa che può sembrare poco plausibile, anche se gli economisti non sono mai riusciti a dimostrare il contrario, Studio dopo studio, non esiste infatti una spiegazione diversa capace di indebolire questo collegamento statistico diretto tra denaro e bere con moderazione. Che cosa potrebbe dunque spiegarlo? Alcuni economisti ritengono che i benefici per la salute derivanti dal bere poco aumentino la produttività di chi lavora. Altri affermano che coloro che bevono insieme se la cavano meglio e sono perciò in grado di gestire meglio i loro affari. Ma è anche possibile che questo rapporto possa essere interpretato in modo contrario: le persone di successo bevono di più perché sono sotto pressione più degli altri.
Non solo i bevitori sono più ricchi dei non bevitori, ma tendono anche a essere più felici. Nel 2001, il 36% degli astemi affermava di essersi sentito “inconsolabilmente triste” nel mese precedente, esattamente come dichiarava il 38% di coloro che sono soliti bere 3-4 bicchieri al giorno o di più, contro invece solo un 33% di persone che facevano questa affermazione ed erano abituate a bere più di zero ma meno di 3-4 bicchieri di alcolici al giorno.

Considerate queste differenze di livelli di reddito e di felicità, non ci deve sorprendere scoprire che le persone che bevono moderatamente sono tra quelle che in America fanno più beneficenza. Nel 2008, l’89% di coloro che dichiaravano di bere due bicchieri (o meno) al giorno risultava elargire somme in beneficenza. Si confronti questo dato con l’84% degli astemi e con il 77% di coloro che bevono abitualmente più di tre bevande alcoliche al giorno.

Insomma, il bere moderato si lega strettamente a buona salute, fortuna, buonumore e forza di carattere. Però questo non è un buon motivo per affermare che i vostri eccessi vacanzieri nel segno di Bacco siano stati cosa saggia. Ma se proprio avete deciso di passare in rassegna i vostri errori e peccati, cercate di non correggerli in modo troppo rigido nel 2009. Potreste non essere soddisfatti dei risultati!


Il nuovo guru della destra Usa... Arthur C. Brooks è presidente dell’American Enterprise Institute, il più importante think tank della destra americana. E autore di diversi libri, fra cui Who Really Cares e Gross National Happiness, in cui lancia la sua provocatoria teoria sulla divisione netta, in America, fra persone felici e infelici e introduce il collegamento fra felicità, individuo e nazione.

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