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Il Giornale

Il Lambrusco
sa essere
un signor vino ... Quella del Lambrusco è l’ennesima
potenzialità viticola inesplorata della provincia
italiana almeno se si pensa, per
una volta, alla qualità. Una provincia, questa,
più abituata a sopravvivere tra gli scaffali
degli autogrill, piuttosto che a godere
dei privilegi di critica e appassionati.
Il Lambrusco, si sa, è un rosso frizzante
e fruttato che piace o non piace, senza vie
di mezzo, e che, nelle interpretazioni più
sobrie e serie, offre una mappa ricca di
sollecitazioni. Su questa mappa, la via
Emilia che passa da Modena, resta il riferimento
più prossimo e significativo. Una
strada del vino inconsueta, senza tornanti
a gomito e senza saliscendi emozionanti,
che nel silenzio delle prime nebbie autunnali
coccola un’uva selvatica e incostante
che qualche volta dona vini capaci
di incantare perfino il più scafato degli
enofili.
Perché incantevoli lo sono davvero il
Sorbara Rifermentazione Ancestrale
2007 di Bellei, tel. 059.818100, il Salamino
Santa Croce 2008 di Luciano Saetti,
059.850046, il Sorbara 2007 di Gianfranco
Paltrinieri, 059.902047, il Grasparossa
Fontana dei Boschi 2007 di Vittorio Graziano,
059.799162. Tutti elaborati attraverso
la tradizionale rifermentazione in
bottiglia senza sboccatura. Bollicine rustiche
e saporite che si possono assaggiare,
magari per un pranzo pasquale, al ristorante
Stallo del Pomodoro, 059.214664,
nel centro storico di Modena.

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