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Il Giornale

Correggia, un mito
ancora vivo
grazie a Ornella ... È complicato sostituire un mito, anche
se quel mito è stato tuo marito. Il mito
è Matteo Correggia, vignaiolo illuminato
e talento visionario in una zona, il Roero,
a due passi da Alba, a cui lui ha portato la
speranza di potersela giocare con chiunque,
anche con Barolo e Barbaresco. In
quelle terre sabbiose e misconosciute ha
costruito Nebbioli di gran razza; rossi ampi
e carnosi, che ancora oggi valgono più
di tanti big di Langa. Matteo Correggia in
poco tempo costruì un’azienda apprezzata
da tutti: colleghi, critica e pubblico. Un
sogno. E un’impresa. Tuttavia l’impresa
più grande l’ha compiuta Ornella, sua moglie.
Morto Matteo nell’estate del 2001,
schiacciato da un trattore, il sogno è stato
raccolto da lei, brava, vendemmia dopo
vendemmia,a scegliere la strada tortuosa
dei vini d’autore, ampliando altresì numeri
e diffusione, consolidando un marchio
e uno stile.Uno stile merito di Luca Rostagno,
enologo trentenne che da Matteo ha
ereditato la passione per il vino e per la
sua terra. Uno stile raffinato che emerge
in tutti i vini prodotti, dal Roero Roche
d’Ampsey 2004/05/06 (il più grande, forse),
alla Barbera d’Alba Marun 2006 (in
attesa di un 2007 assoluto). Perfino i bianchi,
a casa loro, sono vini risolti, talvolta
eccellenti. Come il Langhe Bianco Matteo
Correggia 2006, sauvignon che non teme
il confronto col meglio del Paese.

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