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Il Giornale

Il vero pesto
esige bianchi
mediterranei ... Maturi, ma con misura. Ricamati da
un carattere aromatico salmastro/minerale parecchio suggestivo,
e animati dalla
fibra salina che in genere si dissimula
dietro l’inevitabile densità strutturale.
Il segreto per accompagnare il pesto sta
soprattutto nella persistenza. Superba
a tal proposito vi sembrerà la Bianchetta
Genovese U Pastine 2008 del bravo
Piero Lugano, vignaiolo di Chiavari,
0185.314462. “Costiero” nei profumi di
macchia salmastra, disciplinato nello
sviluppo al palato (né troppo scarno,
né troppo ricco), lungo nella chiusura.
Intonato al tema, vi sembrerà pure lo
Shiarà 2007 di Castellucci Miano,
0921.542385, Catarratto coltivato sulle
salubri alture delle Madonie palermitane.
Ancora più eccitante è l’Efeso 2007
dei Librandi di Cirò Marina,
0962.315118, la cui apparenza convenzionale,
segnata da un rovere un poco
boisé,nonostacola le vibrazioni territoriali
del Mantonicobianco, vitigno calabrese
che va riscoperto senza timori.
Perfino la Puglia, regione di rossi focosi,
ha il suo bianco da pesto. Si chiama
Fiano Minutolo, prezioso vitigno aromaticodella
Valle d’Itriache Lino Carparelli
di Locorotondo, 080.4313309, ha
valorizzato con coraggio. Il suo Rampone
2008, finto-facile nei modi, ha
l’espansione giusta per farsi ricordare.

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