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Il Giornale

… Anche l’auto ha la sua carta dei vini… Adattarsi a tutte le situazioni, comode o scomode che siano, è uno dei requisiti per potersi chiamare giornalista. E anche quando ci si improvvisa sommelier o esperto di vini, un po’ per gioco un po’ perché alla fine si entra nella parte, si può approfittare dell’occasione per cogliere qua e là nei tavoli qualche spunto interessante su cui lavorare. Benvenuti al “Range Rover Diwine Award 2010”, interessante iniziativa benedetta dal ministero delle Politiche agricole e realizzata da Land Rover Italia in collaborazione con l’Associazione italiana sommelier. Fin qui tutto normale, quasi scontato. Il solito premio che gli esperti danno al vino migliore tra quelli in concorso. In questo caso, però, a rendere più elettrizzante la gara è una particolarità: a fare da giuria, assaggiando una serie di vini emergenti abbinati ai piatti degli chef più famosi, siamo noi giornalisti, gli stessi che di solito scrivono di automobili. Direte: ma vino e volante non vanno d’accordo. Giusto, a patto che al ritorno dalla cena, dopo gli assaggi di rito, si viaggi rigorosamente in pullman. Le Range Rover, in questo caso, possono aspettare l’indomani. Non fraintendete, però: nessuna ciucca e nessun canto da osteria. Quando il cibo è al top e il vino è quello giusto, la testa non ronza e lo stomaco non brucia. Anzi, si dorme come angioletti. L’idea di Lidia Dainelli, vulcanica Pr di Jaguar Land Rover Italia, è da incorniciare: il “Range Rover Diwine Award”, infatti, è da una parte educativo (e chi scrive deve fare sempre da esempio virtuoso) e, dall’altra, intende portare alla ribalta i vini emergenti d’Italia ed eleggere, tra questi, il numero uno. E così, manco il tempo di cominciare, si è già alla finalissima. Due le selezioni portate a termine: la prima, per i vini del Centro- Nord Italia, si è svolta nel tempio di Gualtiero Marchesi, all’Albereta, in Franciacorta. La seconda, più recente, in Sicilia, nella splendida Ragusa Ibla con ai fornelli il mitico Ciccio Sultano e, sui tavoli imbanditi, alcuni vini del Centro- Sud. Delle venti etichette passate in rassegna e oggetto di altrettanti brindisi (a spiegare le caratteristiche di bianchi e rossi i sommelier dell’Ais), sono sei quelle che hanno riscosso i maggiori consensi dei reporter. Eccole. Dalla Franciacorta, il toscano Guardiavigna 2006 (Podere Forte), il piemontese Boca 2005 (Le Piane) e il friulano Ribolla Gialla 2008 (Rosa Bosco); daRagusa Ibla, il siciliano Etna Rosso Guardiola 2008 (Tenuta delle Terre Nere), il pugliese Primitivo di Manduria Sessantanni 2007 (Feudi di San Marzano) e il campano Irpinia Aglianico Terra d’Eclano 2007 (Quintodecimo). Finalissima a Roma, a metà novembre, con i piatti-capolavoro di Heinz Beck. Cin-cin.

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