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Il Giornale

Quando il calice si tinge di rosa ... Donne e cin cin... Il Vinitaly 2011 è stato il trionfo del rosa, e non solo per il successo del rosé, il rivalutatissimo terzo polo del bicchiere ma anche per l’invasione delle donne, l’altra metà del vigneto, che sta conquistando sempre più spazio in un mondo fino a qualche anno fa maschilista, tanto che tuttora il Vinitaly è da molti preferito alla settimana delle miss a Salsomaggiore per la quantità di belle ragazze disseminate tra gli stand ad attirare buyer, giornalisti e ristoratori. Le belle ragazze restano, ma qualcosa sta cambiando. Maria Pia Berlucchi in Franciacorta, Gaia Gaja in Piemonte, Marina Cvetic (vedova del grande Gianni Masciarelli) in Abruzzo, Donatella Cinelli Colombini in Toscana, Vinzia Novara della Firriato in Sicilia, Paola Di Mauro nel Lazio, Elena Walch in Alto Adige, Elisabetta Foradori in Trentino, Tiziana Mori del Giv, il più grande gruppo vinicolo italiano, fino ad arrivare alle quattro sorelle Bortolomiol a Valdobbiadene: tutte produttrici di successo che ci hanno messo competenza, passione e sorrisi. Le Donne del vino hanno anche da molti anni un’associazione, presieduta attualmente dalla campana Elena Martusciello. Non solo: qualche anno fa una ricerca ha dimostrato scientificamente la maggiore sensibilità del naso femminile: ed ecco farsi strada una generazione di degustatrici brave e determinate, guidate da quell’Eleonora Guerini che è l’astro nascente del Gambero Rosso, rossa e affascinante come un bicchiere di Brunello, il che non guasta. E ci sono anche siti enoici dedicati al pubblico femminile: tra tutti Geisha Gourmet di Francesca Negri.
Donne che producono, donne che degustano, comunicano, scrivono. Ma anche donne che consumano. Un sondaggio di un anno fa del portale Winenews (cofondato peraltro da una donna: Irene Chiari) raccontava che il 91 per cento degli uomini trovano sexy le donne che se la cavano con le carte dei vini e i decanter. Loro, le femminucce, replicano: dicono così ma poi l’etichetta a cena la scelgono loro. Schermaglie (quasi) amorose. La verità è che il 25 per cento delle donne enoappassionate afferma di acquistare almeno 10 bottiglie al mese e di prestare molta attenzione alla qualità. Ma che vino piace alle donne? Il luogo comune - un po’ stantio ma pur sempre valido - vuole che sia un bianco fruttato o aromatico, un rosso leggero ed elegante oppure un vino dolce o ancora una bollicina, unico terreno vero di incontro i due universi. Vini carezza più che vini schiaffo. E il mercato globale va proprio in questa direzione, facendo delle donne delle autentiche anticipatrici di una tendenza generale. E anche il crescente successo di un vino alcolico e strutturato come l’Amarone tra il pubblico femminile è merito di un indubbio ingentilimento di questo prodotto d’eccellenza. Non c’è scampo: il futuro del vino è rosa.

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