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Il Giornale

Bottiglie in aereo, rischio caos agli imbarchi ... Dal 29 aprile meno restrizioni sui liquidi nel bagaglio a mano. Ma in Italia, Francia, Inghilterra, Usa e Canada restano le vecchie regole: “Non ci fidiamo dei nuovi scanner”. E se ogni Stato deciderà per sé, sarà incubo per i viaggiatori... Nuove norme sulla sicurezza... Per i viaggiatori aerei in sono arrivo due notizie: una buona e l’altra cattiva. La prima è che per il 29 aprile è in programma l’entrata in vigore di norme meno restrittive in materia di sicurezza. In particolare, le nuove regole europee prevedono la possibilità di portare a bordo degli aerei liquidi, aerosol e gel sottoposti a controllo o che siano dispensati, come medicinali, latte e altri prodotti per l’infanzia. In parole povere, nel bagaglio a mano dei viaggiatori provenienti da Paesi extra-Ue e in transito in uno scalo europeo viene eliminato il limite di 100 millilitri (e quello equivalente di 100 milligrammi) per liquidi, medicinali e cosmetici. La seconda notizia, quella cattiva, è che alcuni Paesi come Italia e Francia continueranno ad adottare le vecchie norme, quelle adottate nel novembre del 2006 con la stretta antiterrorismo decisa quando ci si rese conto che gli attentatori suicidi erano in grado di preparare ordigni esplosivi a partire dal contenuto di boccette e flaconcini che passavano i controlli di sicurezza come fossero profumi, creme o dentifrici. “Sulla stessa linea di Italia, Francia, Paesi Bassi e Regno Unito - assicura Daniele Carrabba, direttore centrale del coordinamento aeroporti dell’Enav, il nostro Ente nazionale per l’aviazione civile - si muovono anche Canada e Stati Uniti. Le apparecchiature che controllano i liquidi non danno ancora garanzie sufficienti in termini di individuazione delle sostanze”. Quindi, restano in vigore le limitazioni dei 100 millilitri e dei 100 milligrammi. Chi dai Caraibi è diretto a Roma e transita da Parigi, tanto per fare un esempio, dovrà rinunciare a raggiungere la destinazione finale con la bottiglia di rum acquistata al duty free di partenza. “Gli Stati Uniti, che pure puntano molto sulle nuove apparecchiature - aggiunge Carrabba -, ancora non si fidano e aspettano risultati consolidati. Quanto agli altri Paesi europei, c’è tempo fino al 29 aprile per notificare alla Ue come ciascuno Stato membro intende regolarsi”. Insomma, impossibile fare previsioni sulla confusione con cui i viaggiatori avranno a che fare negli aeroporti di transito. Non ne fanno, del resto, neppure l’Ad Europe, l’associazione regionale dell’Airports Counsil International che raccoglie 400 scali, e l’Era (European Regions Airlines Association). In particolare, quest’ultima sottolinea che le nuove misure previste in vigore per il 29 aprile sono premature. Allo stato attuale fra le sperimentazioni più avanzate in materia di monitoraggio elettronico dei liquidi c’è quella condotta da un gruppo di scienziati californiani, lo stesso che in passato si era concentrato sui metodi per conoscere le condizioni di un vino senza stappare la bottiglia, che sta lavorando a uno scanner che emette frequenze radio in grado di riconoscere la struttura molecolare di ciascun componente dei liquidi monitorati. Se e quando quelle apparecchiature entreranno in funzione negli aeroporti, assicurano gli esperti, le procedure di controllo saranno più semplici e veloci per il sollievo dei viaggiatori e, soprattutto, degli addetti. Per ora Italia, Francia eccetera preferiscono non rischiare, anche “considerato - come si legge in una nota diffusa dall’Enac - l’attuale quadro di destabilizzazione dell’area nordafricana e di alcuni Paesi del Medio Oriente”.

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