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Il Giornale

L’ultima della sinistra chic: fare la rivoluzione in crociera ... Dagli scrittori Baricco e Faletti allo scienziato Odifreddi, dal guru di “Eataly” Farinetti al velista Soldini: per rifare l’Italia la ciurma naviga verso New York tra cibi e champagne... In questi giorni difficili per il Paese la novità e la speranza vengono dal mare: non dalle portaerei e dagli incrociatori alleati che assediano Gheddafi, e neppure dalle carrette che attraversano il canale di Sicilia trasportando un’umanità dolente, bensì da un meraviglioso ketch di 22 metri ripieno di cuochi a tre forchette, intellettuali di sinistra e industriali illuminati. L’eterogenea compagnia - da Alessandro Baricco a Riccardo Illy, da Giorgio Faletti a Lella Costa, da Matteo Marzotto a Piergiorgio Odifreddi - s’è imbarcata a Genova lo scorso 25 aprile e arriverà a New York, sotto la guida esperta di Giovanni Soldini, il prossimo 2 giugno. Fra la Festa della Liberazione e quella della Repubblica, i ben pasciuti pensatori transatlantici “scriveranno - annunciano gli organizzatori - le 7 mosse da attuare subito per migliorare il nostro Paese”. Caspita! “7 mosse perl’Italia” - questo il nome della regata gastropolitica - è una trovata di Oscar Farinetti, il fortunato inventore di Eataly, la catena di megastore alimentari di qualità recentemente sbarcata anche in America. Il Farinetti, che prima di occuparsi di cibo era stato il fondatore di UniEuro, è un uomo pieno di idee, e soprattutto adora farsi notare: proprio in questi giorni, per far sapere al mondo quanto è politically correct, ha copiato per la sua azienda il manifesto gay di Ikea - con due donne per mano anziché due uomini -, senza rendersi conto che arrivare secondi è un po’ da sfigati. Del resto, non è nuova neppure l’idea di scrivere un programma di rigenerazione nazionale. Così, nello scrivere il “Prologo” al documento che i naviganti dovranno preparare fra uno spuntino e un bagno di sole, il Farinetti sembra uno di quei matti di paese che si presentano all’osteria convinti di sapere come si fa avincere al lotto. “Siamo in declino, non vi è dubbio”, esordisce il Farinetti, perché “le posizioni chiave vengono assunte prevalentemente da persone mediocri”. Ecco dunque farsi avanti un manipolo di non-mediocri, “donne e uomini di pensiero e di azione” pronti a offrire “la loro soluzione”. Il Farinetti su questo punto vuol essere chiaro e rinuncia all’abituale modestia: “Si tratta di una visione mondiale di come si dovrebbe muovere il nostro Paese molto precisa. È un indirizzo forte, netto, rivolto verso l’unica direzione secondo noi possibile per salvare in fretta l’Italia”. Quale sia “l’unica direzione possibile per salvare l’Italia” lo sapremo soltanto all’arrivo degli allegri naviganti a NewYork: per ora dobbiamo accontentarci dei titoli dei sette capitoli. È un elenco impressionante per originalità d’impostazione e finezza d’analisi: “Meno politici più politica”, “Ridurre la spesa corrente”, “Migliorare le entrate”, “Smettiamola di giocare alla guerra”, “L’Italia nel mondo”, “Per la qualità della vita”, fino ad un fantastico “Meno leggi più disciplina - Meno Chiesa più Gesù” che pare uscito dal diario di un sessantottino “born again”. La prima tappa si è conclusa a Palma di Maiorca l’altro giorno; fra poco si riparte per Gibilterra. Entusiasti i protagonisti: “Ho visto riflettere su alcune cose importanti e la trovata mi sembra buona e giusta - spiega in un video un Baricco, bello, abbronzato e deliziosamente “maudit” -. Oggi, di questi temi, non si parla come una volta accadeva nei salotti culturali, nei caffè parigini - e noi invece su questa barca ci siamo riusciti”. Per capire come funzioni questa fucina di idee, questa prodigiosa reincarnazione dei caffè di Parigi, basterà un imperdibile filmato così descritto: “Baricco spiega le sintesi introdotte in musica da Bach: metafora delle stesse semplificazioni, interviene Farinetti, che andrebbero applicate alla nostra burocrazia. La sintesi e la semplificazione gioverebbero al Paese?”. Ah, saperlo. “Giunti a New York consegneremo questo documento all’Italia”, annuncia il Farinetti. Non a Little Italy, come qualche spiritoso potrebbe suggerire, ma al nostro Console, che immaginiamo non stia nella pelle. Non è chiaro che cosa succederà dopo, quando i naviganti torneranno a casa in business class e la ciurma riporterà il veliero in patria. Forse il Parlamento chiederà una copia del prezioso elaborato, Berlusconi e Bersani se lo litigheranno, le cancellerie europee ne vorranno una traduzione. O forse tutto continuerà come prima, e l’Italia dei mediocri continuerà a decadere, così che i non-mediocri possano un’altra volta spiegare come salvarla mentre mangiucchiano qualche prelibatezza cullati dalle onde. Più che “radical chic”, diremmo “banal cheap”.

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